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G20: proroga bonus verde, più alberi meno smog e contrasto ai cambiamenti climatici

Milioni di alberi saranno piantati in Italia grazie alla proroga del bonus verde prevista dalla Manovra appena approvata che pone l’Italia all’avanguardia nel piano del G20 per combattere lo smog ed i cambiamenti climatici.

È quanto afferma Coldiretti Alessandria in riferimento all’obiettivo di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030.

Una bellissima notizia per far aumentare gli attuali 32,8 metri quadrati di verde urbano per abitante, un numero troppo basso che fa riflettere e punta alla strategia di un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini per migliorare la qualità dell’aria e la vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione.

“Una manovra in linea con le strategie nazionali del PNRR dove – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi”.

Il bonus prevede una detrazione ai fini Irpef nella misura del 36% delle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, di unità immobiliari, pertinenze o recinzioni (giardini, terrazze), per la realizzazione di impianti di irrigazione, pozzi, coperture a verde e giardini pensili.

Un intervento strutturale che favorisce nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante è in grado di catturare 20mila kg di anidride carbonica (CO2) all’anno.

Ma non dimentichiamo che l’Italia deve proteggere anche la superficie boschiva nazionale che è aumentata in 10 anni di circa 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari che si sono dimostrati però molto vulnerabili al degrado e agli incendi perché è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili.

La provincia di Alessandria ha una superficie forestale pari a 123.607 ettari suddivisa tra 114.711 di bosco, 7.499 ettari di arboricoltura da legno e 1.397 ettari occupati da altre superfici boschive.

“Siamo di fronte – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo – all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. Per difendere il bosco occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un’opportunità può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere se si considera che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento”.

A preoccupare è però anche la pesante crisi del frutteto italiano, un crollo netto del 23%, che ha fatto sparire negli ultimi vent’anni quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10. Un danno economico ed occupazionale rilevante per il Sistema Paese ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico.

Recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico.

Non a caso la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra.

“Bisogna quindi intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori – ha proseguito il Presidente Bianco -. Il ripopolamento arboreo di parchi e giardini è la chiave di volta ambientale di una cintura verde che colleghi il centro delle città con le periferie e raggiunga sistemi agricoli di pianura con il vasto e straordinario patrimonio boschivo presente nelle aree naturali”.

Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy.

“Dobbiamo essere capaci di affrontare le sfide che l’Europa ci pone in termini di salute ambiente e occupazione e di opportunità e in questo senso il tema del verde è centrale per il nostro Paese” ha concluso il Direttore Rampazzo nel sottolineare che “piantare nuovi alberi e potenziare la disponibilità di verde significa anche risparmio energetico, maggiore qualità di vita e contrasto ai cambiamenti climatici, per lasciare un mondo migliore alle nuove generazioni”.

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