L’Ancora d’argento 2017 a Camilla Salvago Raggi
Campale di Molare. La scrittrice Camilla Salvago Raggi è “L’Ovadese dell’Anno” 2017, a giudizio unanime della giuria che sovraintende all’annuale Premio.
A lei dunque verrà consegnata l’Ancora d’argento nella serata di martedì 19 dicembre al teatro Splendor di via Buffa, in occasione del quarto e ultimo apuntamento di “Rebora Festival Ovada”, con il concerto di Vittorio De Scalzi dei New Trolls, di Roberto Tiranti e dell’Ensemble del dipartimento jazz, pop e rock della Civica Scuola d Musica “A. Rebora”, coordinato da Nicola Bruno e con il glorioso locale di via Buffa addobbato da G.M. Flora di Molare.
Incontriamo la scrittrice molarese di origine genovese nella sua residenza di Campale, resa ancora più suggestiva dai caldi colori autunnali.
La prima domanda è d’obbligo: “Se l’aspettava questo Premio?
La risposta è “No, e proprio per questo le belle sorprese sono ancora più gradite”.
La conversazione con la scrittrice scorre in modo naturale e spontaneo, come è naturale ed amabile il personaggio premiato con l’ambitissima e prestigiosa Ancora d’argento, pregevole opera artigiana di Siboni Oreficeria di Molare.
Prima di tutto un cenno doveroso ai 35 anni trascorsi dalla primissima Ancora d’argento, quella consegnata al glorioso Lux al marito scrittore Marcello Venturi (mancato nel 2008): “A lui penso come se ci fosse ancora, sento la sua presenza e, con questo Premio, mi sembra di averlo ancora più vicino”.
E poi la conversazione spazia a piacere da un argomento all’altro.
“Recentemente sono stata invitata all’Università di Genova, sede di San Martino, a parlare di vecchiaia… Proprio così, penso che dagli ottanta anni in su la vita sia proprio bella perché uno si sente veramente libero di dire quello che vuole e che pensa.”
Intanto fa sapere che è in ristampa un suo libro andato per la maggiore, “Donna di passione” e che il prossimo parlerà di casa, di cose e di persone, con racconti vecchi ed altri inediti… un po’ come l’ultimo, “Volevo morire a vent’anni”.
“E’ bello sentire di avere dei lettori per una come me che legge tre libri alla settimana, anche in inglese che conosco come l’italiano, sono una forte lettrice.”
Altra domanda d’obbligo: perché continua a scrivere, anno dopo anno, libro dopo libro?
“E’ un bisogno fisico, fa parte di me. Oggi spadroneggia facebook con tutti i suoi messaggi ma a me piace ancora scrivere, prima a mano, poi al computer.”
La nonagenaria scrittrice molarese ha scritto sinora più di venti libri ed a luglio le è stato consegnato il prestigioso “Premio Rapallo” alla carriera.
Altra domanda d’obbligo, considerato che si sta conversando con una scrittrice: ma perché in Italia in genere si legge così poco e specialmente i più giovani non sono più attratti dalla lettura come invece accadeva una volta?
“Leggere libri è una cosa innata, è vero che oggi si legge troppo poco purtroppo, evidentemente c’è poca educazione alla lettura e tante famiglie preferiscono fare altre scelte. Ci vuole l’evento per far leggere gli italiani, a differenza dei popoli anglosassoni e mitteleuropei.”
– Che cosa apprezza di più della vita?
“La salute innanzitutto e quindi l’autonomia personale, mi sento positiva ed ottimista ed anche da qui nasce la mia voglia di continuare a scrivere. Mi ispiro al presente, è stimolante, si possono dire tante cose sulle pagine di un libro. Il valore maggiore? Il dovere prima di tutto, una linea di condotta dignitosa è tra le cose più belle che si possano fare.”
Camilla Salvago Raggi non perde un colpo, è attenta e pntuale alle domande e risponde spesso con quella sottile ironia che l’ha sempre contraddistinta, ed assai apprezzata dai suoi tanti affezionati lettori, nella sua lunga attività letteraria. Precisa di leggere attualmente senza l’aiuto degli occhiali; di apprezzare particolarmente la conversazione tra amici ”perchè sono per l’amicizia” intesa come rapporto di stima e di fiducia con le persone. “Non sono invece per i social e poi oggi c’è troppa dispersione nel mondo, Marcello ne sarebbe disorientato”.
Ora la conversazione con la scrittrice prende la piega del Granaio, delle annuali feste letterarie-culturali di metà giugno, quando una parte della residenza di Campale si riempe di scrittori, di letterati, di docenti universitari e poi termina con una generosa, simpatica merenda nel verde di Campale.
“Abbiamo iniziato il primo anno per ricordare Marcello, individuando nel Granaio la location più opportuna. Mi piace ritrovare ogni anno tanti amici, parlare di libri e di letteratura e poi concludere la giornata con una merenda all’aperto.”
E a proposito di Venturi, stanno per uscire come ristampa alcuni dei suoi libri più letti, come “Il padrone dell’Agricola”, “Via Gorkj”, “Dalla parte sbagliata”, editi dalla torinese Lindau, la stessa attuale Casa editrice della scrittrice, unitamente alla genovese Il Canneto.
Camilla Salvago Raggi puntualizza di aver presentato ad ottobre al “Book Pride”, con il prof. Stefano Verdino, nella Sala Minor Consiglio di Palazzo Ducale a Genova, il libro di Massimo Bacigalupo “Angloliguria – da Byron a Hemingway”, una serie di istantanee di illustri viaggiatori, da Shelley a Hemingway, da Ezra Pound ad Anna Maria Ortese, fugacemente colti in un momento particolare del loro itinerario ligure.
L’ultima domanda: la letteratura diventa specchio della vita?
“Sì, perché sa unire bene il passato con il presente.”
Ed al commiato, la soddisfazionde è reciproca: è stato davvero un bel pomeriggio. Red. Ov.