Cairo M.tte

Perdura lo stato di siccità: gravi disagi in Valbormida

Cairo M.tte. La siccità che sta interessando un po’ tutto il territorio nazionale non risparmia la Valbormida dove i sindaci si sono visti costretti a razionare l’acqua. Le ordinanze  che invitano i cittadini a contenere i consumi e ad evitare  gli sprechi sono state firmate dai sindaci di Altare Bormida, Cairo, Calizzano, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Giusvalla, Massimino, Murialdo, Pallare, Piana Crixia, Plodio.

Si tratta di un emergenza che dura da tempo e già alla fine di luglio il Cira, il gestore della rete idrica, aveva denunciato lo stato di sofferenza delle falde acquifere invitando la popolazione a non usare l’acqua potabile per usi diversi da quelli igienico sanitari. Le ordinanze dei sindaci riprendono sempre lo steso ritornello vietando l’uso dell’acqua pubblica per innaffiare orti e giardini, irrigare campi, lavare veicoli e spazi privati o peggio ancora riempire le piscine.

Il 7 agosto scorso l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai, a seguito del perdurante stato di siccità, aveva dichiarato: «Accolgo numerose segnalazioni delle associazioni agricole preoccupate per i danni alle coltivazioni che questa ondata di siccità potrebbe provocare, ma sono necessarie ulteriori verifiche e stime certe per la richiesta dello stato di calamità naturale».

«I miei uffici hanno inviato dieci giorni fa al Ministero l’ultimo rapporto sulla siccità, che ora stiamo aggiornando – continua Mai – in cui non si evidenziavano particolari criticità. È pur vero che la situazione perdura e peggiora ogni giorno di più e che produzioni tipicamente liguri come l’olivicoltura e la viticoltura, in virtù della loro fisiologia e ciclo produttivo, sono molto più sensibili a cali produttivi causati dalla siccità in corso. Gli ispettorati agrari stanno procedendo al costante monitoraggio delle produzioni agricole e domani gli ispettori saranno nuovamente sul territorio per fare ulteriori approfondimenti e stilare una relazione definitiva sullo stato attuale delle colture e degli allevamenti. Una volta accertati i danni complessivi causati dalla siccità alla produzione agricola regionale e verificato il superamento della soglia del 30% prevista dalla normativa vigente, per dare corso alla richiesta dello stato di calamità naturale, allora ci muoveremo subito, come hanno già fatto undici regioni italiane, per garantire agli agricoltori i giusti risarcimenti alle eventuali perdite nelle loro attività».

Ad aumentare i disagi derivati dalla siccità contribuiscono le reti idriche spesso vetuste e facili alle rotture, come è successo a Calizzano e a Plodio, tanto da causare l’interruzione dell’erogazione.

Il perdurare di una situazione di questo genere potrebbe mettere in forse la stagione dei funghi e la raccolta delle castagne. In gravi difficoltà si trovano inoltre le aziende zootecniche.

PDP

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