Grandinata tra Acquese e Astigiano, danni enormi
Acqui Terme. Dopo le gelate tardive e la siccità, è arrivata anche la grandine. Erano chicchi di ghiaccio grandi come noci, e in qualche caso anche di più, quelli che nel tardo pomeriggio di lunedì 24 luglio si sono abbattuti su orti e vigneti nell’area a cavallo fra Acquese e basso Astigiano. Indenni, invece, i centri dell’Ovadese.
Le zone più colpite, secondo le prime stime, sono quelle di Acqui (in particolare Moirano, dove i chicchi di ghiaccio hanno raggiunto dimensioni enormi), Terzo, Strevi, Ricaldone, Alice Bel Colle, Castel Rocchero, Mombaldone, in parte Cassine. Qui, in alcune aree (il fenomeno ha colpito il territorio a macchia di leopardo) la grandine ha compromesso anche il 70-80% del potenziale raccolto.
I danni peggiori, in un’area particolarmente vocata per quella coltura, riguardano ovviamente i vigneti, ma anche le colture orticole (in particolare i pomodori e il mais) e i noccioleti hanno pagato un prezzo molto pesante al violento nubifragio.
La violenza del fenomeno è stata tale che in molte parti dell’Acquese si lamentano danni anche alle cose, con porticati, tettoie, strutture, macchinari agricoli e automobili danneggiati, a volte anche in modo pesante (diversi i casi di parabrezza crivellati dalla grandine) e persino un paio di feriti, per fortuna lievi.
Qualche voce dal territorio, ora. La più significativa arriva da Castel Rocchero, dove Monica Caruzzo, consigliera delegata all’agricoltura, traccia un quadro che non è esagerato definire drammatico: «In paese siamo tutti sotto shock. Neanche i più anziani hanno memoria di una grandinata di questo tipo: chicchi grossi come uova, che hanno causato un vero disastro: in paese, danni a tavoli, sedie, case… è stato danneggiato il tetto del Comune, infrante le vetrate della chiesa, distrutti i lunotti e le carrozzerie di diverse auto. Nei campi e nelle vigne… abbiamo perso dal 40% al 70% del raccolto, e specialmente per le uve è un danno tremendo. L’annata era partita male, ma le cose si erano aggiustate, il raccolto era promettente… siamo senza parole. È come vivere in una bolla, non ci sembra vero. Non ci resta che sperare negli aiuti di chi è preposto».
Marco Beria, produttore e trasformatore di nocciole ad Acqui Terme (azienda Ca’ du Ninein): «Stimo la perdita del 70% della mia produzione. È stato un anno davvero pessimo per le condizioni meteo, non rimane che pensare al 2018».
Da Ricaldone, un socio conferitore della Cantina Tre Secoli (che ci chiede di non essere citato per nome), riferisce: «Ricaldone è stato colpito solo dalla ‘coda’ della grandinata, che si è abbattuta sui vigneti della Costa e dell’area più vicina ad Acqui. La cosa impressionante erano le dimensioni dei chicchi: non ne avevo mai visti di così grossi. Non erano fitti, ma erano enormi… e così capita di trovare nella stessa vigna grappoli indenni accanto ad altri completamente spappolati. Di sicuro ci ha dato pesante: mai visto nulla di simile».
Tecnici e produttori sono ora al lavoro per stimare i danni; danno e beffa, e precipitazioni, peraltro, non hanno scalfito lo stato di grave siccità in cui versa il territorio. L’acqua infatti, per essere assorbita dal terreno dovrebbe cadere in modo continuo e non violento, mentre gli acquazzoni aggravano i danni e il pericolo di frane e smottamenti.
M.Pr