Denunciate due persone per furto nella Chiesa a Piana Crixia
Piana Crixia. Due persone sono state denunciate per il furto aggravato dalla Chiesa dell’Assunta di San Massimo – una chiesetta oggi sconsacrata risalente al 1772 – delle pietre del campanile che a novembre del 2019 era crollato a causa del maltempo e dello stato di abbandono in cui versava. I due, R.B. di 66 anni originario di Piana Crixia e A.L., 44 anni di origini albanesi, sono stai bloccati da una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Cairo, in collaborazione con i Carabinieri della Stazione di Dego, mentre erano a bordo di un trattore che stava trainando le pietre che i due utilizzavano per realizzare un muro a secco nella proprietà di R.B..
La segnalazione è giunta da persone che hanno notato una “diminuzione” delle pietre del vecchio campanile ipotizzando una sottrazione lenta ma costante.
Le indagini hanno permesso di accertare che quello interrotto non era il primo carico; i due avevano già realizzato buona parte del muro e, inoltre, nella proprietà del R.B. era presente un altro grosso cumulo di pietre arenarie uguali a quelle presenti sul rimorchio del trattore e corrispondenti a quelle del campanile della chiesa crollato.
Il Parroco di Piana Crixia non ha inteso, almeno per ora, formalizzare alcuna denuncia.
Eseguiti i primi accertamenti, i due sono stati accompagnati prima presso la Caserma di Dego e successivamente presso gli uffici della Compagnia di Cairo per procedere alla completa identificazione del cittadino albanese che sino a quel momento aveva riferito di chiamarsi in altro modo. Gli accertamenti hanno consentito di identificare con certezza l’uomo a carico del quale è risultato un ordine di carcerazione, emesso nell’aprile del 2015, dalla Procura Generale della Repubblica di Ancona a seguito di una condanna per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Il materiale rubato, il manufatto in pietra ed il mezzo utilizzato per trasportare le pietre sono stati sequestrati, mentre A.L., terminata la redazione degli atti è stato associato presso la Casa Circondariale di Genova Marassi in esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso nei suoi confronti. L’uomo italiano è stato deferito per avere impiegato manodopera extracomunitaria non regolare sul territorio italiano.