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Consumi: le nuove sanzioni sui fertilizzanti russi danneggeranno gli agricoltori, costi troppo elevati

«Siamo preoccupati per le nuove sanzioni sui fertilizzanti provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia che rappresentano un ulteriore aumento dei costi per gli agricoltori. Ripercussioni anche sul territorio provinciale, soprattutto per il settore cerealicolo, già fortemente provato da costi di produzioni alle stelle e al di sopra del prezzo di vendita, anche se, in questa fase dell’annata agraria, con le concimazioni di copertura, la preoccupazione per l’innalzamento dei prezzi coinvolge in modo trasversale tutte le colture. È inaccettabile che ancora una volta a pagare il conto sia la filiera agroalimentare italiana ed europea». Così il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, a seguito della proposta della Commissione Europea che prevede l’innalzamento delle sanzioni, oltre che su alcuni prodotti agricoli, anche sui fertilizzanti originari o esportati direttamente o indirettamente dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia nel mercato dell’UE. In particolare, per i fertilizzanti, è previsto un aumento graduale fino a raggiungere dopo tre anni il valore massimo di 315 o 430 euro per tonnellata di tariffa aggiuntiva sul dazio.

Durante il periodo transitorio di tre anni, queste tariffe proibitive saranno introdotte anche nel caso in cui le merci provenienti dalla Federazione Russa e dalla Repubblica di Bielorussia siano importate al di sopra di determinati volumi.

Inoltre, le merci originarie o esportate direttamente o indirettamente dai due Paesi non potranno beneficiare dei contingenti tariffari dell’Unione, che consentono l’accesso al mercato a un livello monetario inferiore rispetto alle nuove tariffe proposte.

«Si tratta – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – di un provvedimento che per i fertilizzanti provocherà un ulteriore aumento del prezzo rispetto già a quanto registrato nell’ultimo periodo, considerato che l’UE è fortemente dipendente dal mercato estero e si rifornisce, tradizionalmente, da un gruppo ridotto di fornitori, tra cui troviamo proprio i due Paesi oggetto del provvedimento. Non si può accettare un aumento dei costi che vada a penalizzare le imprese rispetto a fattori di produzioni di cui l’Europa si è resa dipendente da paesi terzi.  La fine della guerra è certamente la priorità assoluta ma dobbiamo tuttavia avere ben chiaro che nelle trattative di una possibile pace si discuta anche la venuta meno delle sanzioni alla Russia, che per noi hanno chiuso un mercato di grande interesse».  

Ad oggi la Russia è il più grande esportatore al mondo di urea, grazie alla sua elevata capacità produttiva derivante dalla grande disponibilità di materie prime necessarie alla loro produzione e per minori vincoli ambientali in capo ai produttori. Una proposta che, inoltre, arriva in un momento di grande insicurezza geopolitica anche alla luce del recente insediamento di Trump.

L’attuale capacità produttiva dell’UE di produrre fertilizzanti non è in grado, ad oggi, di coprire la domanda interna e, tale provvedimento provocherà un’impennata dei costi di produzione con riduzione della competitività dei nostri produttori, la messa in pericolo della sovranità alimentare dell’UE e un aumento dei prezzi per i consumatori.

Le tensioni internazionali che si riflettono sui principali fattori di produzione, dall’elettricità al gasolio fino ai fertilizzanti, unite agli effetti delle calamità naturali che negli ultimi tre anni sono costate 20 miliardi all’agricoltura italiana, rendono sempre più necessaria la messa in campo di strategie per proteggere le colture e contenere i costi, a partire dalla digitalizzazione dell’agricoltura.

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