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Lupi: troppi esemplari sul territorio, dall’Orba al fiume Bormida, una quindicina i branchi stimati sul territorio alessandrino

Alessandria. “Prioritario salvare pecore e capre, mucche e asinelli. La presenza del lupo si è moltiplicata negli ultimi anni con il ripetersi di stragi negli allevamenti che hanno costretto alla chiusura delle attività e all’abbandono nelle aree svantaggiate”.

È quanto afferma Coldiretti Alessandria in riferimento alla notizia che la Commissione Europea ha aperto una consultazione pubblica per decidere di modificare o “rendere più flessibile”, lo status di specie protetta del lupo la cui concentrazione in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per l’uomo con l’invito le autorità locali e nazionali ad agire laddove necessario.

I dati registrano nelle zone del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta e, soprattutto, sulle Alpi piemontesi circa 600 lupi. Sono i numeri del monitoraggio nazionale pubblicato nell’ambito del progetto Life WolfAlps EU, in sinergia con ISPRA. La popolazione di lupi stimata, a livello nazionale, è intorno ai 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola.

Gli avvistamenti sul territorio alessandrino, basandosi sempre su dati del progetto “LifeWolfsAlps”, stimano la presenza di una quindicina di branchi distribuiti su tutta la fascia appenninica al confine con la Liguria e nelle aree basso collinari e pianeggianti, dal torrente Orba al fiume Bormida, confermando che i lupi si stanno muovendo sempre di più verso la pianura.

“I numeri confermano che il lupo, ormai, non è più in pericolo d’estinzione – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – Basti pensare che ci sono più lupi in Piemonte di quanti ne ha l’intera Svezia, tanto per fornire una proporzione di territorio, per questo il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di migliaia di famiglie, ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze piemontesi, stante anche il costante incremento degli episodi di predazione”.

In questo contesto è importante conoscere sempre di più l’uso che il branco fa del territorio, come si sposta e da quanti individui è composto, se si avvicina ai centri abitati, dove trova rifugio, come interagisce con le altre specie, proprio in relazione a eventuali predazioni degli animali al pascolo.

“Serve, dunque, responsabilità nella difesa, da parte delle Istituzioni e degli organi competenti, degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare i territori e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città”, ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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