Alessandria. Continua a suscitare perplessità, anche sul territorio provinciale, l’autorizzazione concessa dall’Unione Europea all’immissione sul mercato di Acheta domesticus, vale a dire il grillo domestico, in polvere parzialmente sgrassata, come nuovo alimento.
La maggioranza degli alessandrini considera, esattamente come il 54% degli italiani, gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non li porterebbe mai a tavola mentre, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, sono indifferenti il 24%, favorevoli il 16% e il 6% non si esprime.
“Valorizzare la vera e tradizionale farina del territorio deve essere un’assoluta priorità, senza dimenticare altre tipologie di farine piemontesi, come quella di mais o di riso, che vengono utilizzate per svariati prodotti da forno. Partendo proprio dai numeri della provincia alessandrina, particolarmente vocata alla produzione di frumento tenero con una superficie di oltre 34 mila ettari e più di 2 milioni di quintali per una superficie regionale complessiva di circa 84 mila ettari”.
Così il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco sul via libera dell’Ue alla farina di grillo tanto che, dal prossimo mese, potrebbero trovarsi nei negozi di alimentari pasta, miele, barrette energetiche e biscotti ottenuti con polvere di grillo domestico distribuiti da un’azienda italiana, l’Italian Cricket Farm di Scalenghe, nella Città metropolitana di Torino. La società piemontese, infatti, ha fatto richiesta a Bruxelles di produrre polvere di grillo domestico da destinare al mercato alimentare.
La commercializzazione di insetti a scopo alimentare è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore dal primo gennaio 2018 del regolamento Ue sui “novel food” che permette di riconoscere gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi.
Al momento la Ue ha già autorizzato la vendita, come cibo da portare in tavola i grilli domestici (Acheta domesticus), la larva gialla della farina (Tenebrio molitor) e la Locusta migratoria.
“Prodotti che nulla hanno a che fare con quelli preparati con la farina di grano e che ben si discostano dai valori che promuoviamo del mangiar sano, portando sulle tavole prodotti di cui è possibile tracciare l’origine. Al di là, quindi, della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità, considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Assurdo, quindi, parlare di farina di grillo domestico, allevato in Piemonte, quando Coldiretti porta avanti da anni progetti di filiera agricola del territorio, come Gran Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 7 mila ettari, e volto a valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.