Diocesi

Incontro di preghiera tra cristiani ed ebrei

ll 17 gennaio prossimo si svolgerà in Italia la 34ª “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei”. Anche nella diocesi di Acqui, alle ore 21 del 17 gennaio, sarà promosso un incontro di preghiera e di riflessione tra cristiani ed ebrei guidato dal rabbino capo della Comunità ebraica di Genova dott. Giuseppe Momigliano e dal, vescovo di Acqui, mons. Luigi Testore. All’iniziativa, proposta dalla Commissione diocesana per il dialogo con le religioni e dall’Azione cattolica, tutti sono invitati. Essa si svolgerà tramite ZOOM (ID riunione 898 3136 5605 Passcode 680923) e si potrà seguire anche sul canale Facebook dell’Azione cattolica diocesana.

A centro della riflessione e della preghiera tra cattolici ed ebrei di martedì 17 gennaio saranno i primi undici versetti del capitolo 40 del profeta Isaia: “Consolate, consolate il mio popolo”. A questo proposito, il Consiglio dell’Assemblea Rabbinica Italiana ha dichiarato: “Anche quest’anno ci prepariamo a celebrare la giornata del 17 gennaio come occasione di dialogo con la Chiesa Cattolica. Sono passati molti anni dalla sua istituzione, fin dall’inizio era stato concordato di scegliere ogni anno uno specifico tema intorno al quale indirizzare il confronto. Seguendo questo criterio, in una riunione congiunta ci è stato proposto da parte cattolica per quest’anno di trattare il brano profetico di Isaia 40. Abbiamo subito accettato, non senza un certo stupore, perché nella comunità ebraica quel brano è vissuto con tale intensità e specificità, che ci sembrava strano che avesse tanta importanza per un pubblico cristiano. Ma la ricchezza della Bibbia sta proprio in questo, che riesce a parlare a molti, anche se differenti per sensibilità e tradizioni”.

A questa dichiarazione di “parte ebraica” ha fatto seguito una dichiarazione della Commissione dei vescovi italiani per l’ecumenismo ed il dialogo: “La stagione che stiamo vivendo, segnata dall’auspicata uscita dalla pandemia che per lungo tempo ha fiaccato la vita del Paese, comprese le comunità di fede, ci spinge a interrogarci a fondo sulla nostra presenza nella società come uomini e donne credenti nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Il passo del profeta Isaia, scelto quest’anno come nucleo ispiratore per la giornata del 17 gennaio (Is 40,1-11), è un annuncio di consolazione per il popolo, chiamato a stare saldo nella fiducia che il suo Signore non lo abbandonerà: “Nahamù nahamù ‘ammì”, “Consolate, consolate il mio popolo” (Is 40,1). Possiamo avere fiducia nel futuro perché la Parola di Dio ci garantisce che Egli è fedele. Fondati in Lui, troviamo la forza per dar credito alla vita ed essere fiduciosi, perché ci sentiamo preceduti e “superati” dalla Sua azione. Dio, infatti, opera oltre le nostre stesse attese”.

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