Diocesi

L’esempio della Comunità parrocchiale San Martino di Orsara Bormida

Contributi CEI 8xmille per gli edifici di culto

Si può restaurare il tetto di una Chiesa utilizzando dei ciclamini? Oppure dei dolci? O forse è meglio servirsi di litografie e uova pasquali? Indubbiamente no.
Per tale impresa occorrono il progetto di un professionista, l’attività di una ditta esperta e specializzata e … molti molti denari, per recuperare i quali la comunità Parrocchiale di San Martino di Orsara Bormida, una piccola comunità di poco meno di quattrocento anime, ma fortemente legata alla sua Chiesa Parrocchiale, ha utilizzato, con fantasia ed entusiasmo, i mezzi sopra indicati.
Di fronte ad un preventivo di spesa di 188.595,00 euro, gli orsaresi non si sono scoraggiati: hanno intrapreso una raccolta di fondi che, grazie all’entusiasmo e alla determinazione di molti e in special modo di un giovane liceale, Luca Nushi, che ha coordinato le varie iniziative di autofinanziamento intraprese (vendita di fiori, dolciumi, uova pasquali, la proposta di una bella litografia opera dell’artista orsarese Beppe Ricci) ha raggiunto la significativa somma di € 27.579,00 euro, una bella cifra per una comunità di così pochi abitanti. L’intervento della Diocesi di Acqui con un contributo di 10.000,00 euro e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con una erogazione di 19.000,00, ha permesso alla Comunità Parrocchiale di raggiungere la cifra di 56.579,00 euro, pari al 30% della somma richiesta dal restauro.
Solo grazie all’intervento della Conferenza Episcopale Italiana che ha erogato 132.016,00 euro, pari al 70%, dell’intervento, si è potuto dare il via ai lavori, che da poco conclusi, hanno assicurato alla comunità Parrocchiale di San Martino di Orsara Bormida un luogo di culto dove è possibile celebrare in piena sicurezza e conservare le opere di fede ed artistiche che nel corso dei secoli i cristiani di Orsara Bormida hanno saputo offrire al Signore.
Ancora una volta la sinergia tra contributi CEI 8xmille, erogazioni da Fondazioni Bancarie e offerte dei fedeli, raccolte attraverso piccole, ma significative e coinvolgenti iniziative si è rivelata carta vincente per assicurare ad un edificio religioso di una piccola comunità molti anni di vita in piena salute.

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