Asti. Bene la risoluzione per garantire l’acqua alle produzioni agricole fondamentali per le forniture alimentari alle famiglie sulle quali pesano gli effetti economici dei rincari causati dalle conseguenze della guerra in Ucraina. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente il documento approvato dalla Commissione agricoltura al Senato che chiede al Governo di assicurare le risorse necessarie all’irrigazione dei campi nell’ambito della transizione dal sistema del deflusso minimo vitale al deflusso ecologico rispetto alle riserve idriche italiane.
“La risoluzione – spiega Marco Reggio presidente Coldiretti Asti – impegna il Governo a realizzare un monitoraggio completo delle portate dei corsi d’acqua e dei bacini con l’impatto su ambiente e sistemi produttivi per aumentare la resilienza ecologica ed economica del Paese. Il documento della Commissione sostiene inoltre la regolamentazione dei consumi idrici nazionali con la realizzazione e la gestione di bacini di accumulo e l’attuazione di una politica di intervento sui consumi domestici per sostenere il risparmio idrico ed energetico”.
“Una direzione strategica fondamentale in uno scenario in cui i cambiamenti climatici – sottolinea Diego Furia direttore Coldiretti Asti – hanno modificato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni tanto che la siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana”.
Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile, afferma Coldiretti nel sottolineare che, si tratta di un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua.
“Il progetto nazionale – spiega il direttore Furia – prevede la realizzazione di una rete di bacini di accumulo con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali”.
“L’idea – concludono Reggio e Furia – è di “costruire” senza uso di cemento, in equilibrio con i territori, laghetti che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.