Peste suina: i comunicati dei sindaci di Ovada e Cassinelle
Ovada. Il sindaco di Ovada Paolo Lantero: “Il 13 gennaio abbiamo ricevuto una disposizione ministeriale che limita le persone nella possibilità di spostarsi liberamente nei nostri boschi. Questo provvedimento è necessario perché la presenza dell’uomo potrebbe spaventare gli animali e allontanarli dalla zona infetta, diffondendo la malattia. Queste decisioni sono obbligatorie, viste le normative nazionali ed europee ma non c’è rischio per l’uomo di contrarre la malattia.
La limitazione di attività nei boschi è per noi un duro colpo, sia dal punto di vista turistico che venatorio. Cercheremo anche di interloquire con gli Enti a noi superiori per le necessarie azioni di aiuto alle attività colpite da queste scelte”.
Il sindaco di Cassinelle Roberto Gallo: “Nella zona tra Piemonte e Liguria sono stati accertati casi di peste suina su alcune carcasse di cinghiale, per cui, oltre ai Comuni e alla Regione Piemonte che avevano già emanato ordinanze di sospensione delle attività venatorie, il ministero della Salute, d’intesa con quello delle Politiche agricole, ha pubblicato un’ordinanza congiunta di sospensione delle attività di svago/ludiche/sportive (caccia, pesca, trekking, mountain bike, raccolta tartufi e funghi, ecc.) nei boschi del territorio coinvolto. Sono possibili solo le attività lavorative come il taglio della legna e quelle autorizzate ad hoc. Il provvedimento ha validità sei mesi salvo revoche.
La peste suina è pericolosa soprattutto se si espande negli allevamenti (suini) ma non è trasmissibile alle persone e su altre specie di animali”.
Rischia grosso il comparto colpito dall’ordinanza del ministero della Salute: agriturismi in primis ma anche Enti come le Aree Protette dell’Appennino Piemontese con le escursioni o altri soggetti che si basano sulle attività legate al turismo boschivo.