
In linea con la situazione fotografata a livello nazionale, l’alimentazione negli allevamenti alessandrini è sempre più sicura.
È il risultato che emerge dal Piano nazionale di controllo ufficiale pubblicato dal Ministero della Salute. Dalle analisi effettuate dai laboratori ufficiali degli Istituti Zooprofilattici sperimentali è risultato, a livello nazionale, non rispondente a quanto richiesto dalla normativa solo lo 0,76% dei campioni prelevati. Questo dato dimostra, si legge nel dossier, “come in generale i mangimi (mangimi composti, materie prime, additivi, premiscele) e l’acqua di abbeverata soddisfino i requisiti normativi di sicurezza”.
I mangimi sono dunque “promossi” con il 99,24% conforme alle analisi di laboratorio. In particolare lo studio evidenzia una riduzione delle non conformità per quanto riguarda micotossine (-9%), oligoelementi (-3%) e salmonella (-1,33%).
Il rapporto, infine, relativamente alla lotta all’antimicrobico resistenza, tematica fondamentale per la tutela della salute pubblica, riconosce al settore mangimistico “un ruolo chiave, sia per quanto riguarda l’uso di mangimi sicuri e di buona qualità, sia per l’utilizzo dei mangimi medicati che rappresentano una delle principali vie di somministrazione di farmaci ad alcune specie animali”.
«Una conferma importante di come gli allevamenti sul territorio garantiscano prodotti sicuri e di qualità. Un motivo che ha spinto Coldiretti a chiedere con forza il riconoscimento del principio di reciprocità nelle importazioni di prodotti agricoli e alimentari. Perché in molti paesi terzi non vengono rispettate le stesse regole stringenti della UE e dell’Italia sui prodotti utilizzati in stalla», ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
«Un discorso che vale anche per i fitofarmaci – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. In molti Paesi del Mercosur sono infatti impiegati principi messi al bando da anni nella Ue, così come nelle stalle fattori di crescita. I risultati del Piano nazionale dei controlli confermano, dunque, la validità della linea sostenuta dalla Coldiretti finalizzata alla difesa dei produttori e allevatori, ma anche dei consumatori».