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Pallapugno, finale andata Serie A, Paolo Vacchetto batte il fratello Massimo per 11 a 6

Alba. La finale di andata di Serie A del campionato nazionale di Pallapugno ha visto la netta vittoria della squadra delle Terre del Barolo Albese su la Nocciole Marchisio Cortemilia per 11 a 6. Incontro disputatosi, finalmente dopo due rinvii per il maltempo, nel mitico sferisterio “Mermet” di Alba nel primo pomeriggio di sabato 2 novembre, difronte ad un pubblico di 500 persone. Ad arbitrare l’incontro Piera Basso di San Bartolomeo al Mare, coadiuvata da Ezio Salvetto di Murialdo, arbitro di linea e Salvatore Nasca, arbitro in panca, di Albisola Superiore. All’inizio della gara la Serena Garelli ha cantato l’inno nazionale e subito dopo il primo pallone è stato osservato un minuto si silenzio per la catastrofica alluvione di Valencia. In tribuna tante le autoirtà dal presidente federale della FIPAP, on. Enrico Costa al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore alla Montagna Marco Gallo, ai sindaci di Alba Gatto e Cortemilia Bodrito e tanti campioni del passato da Bertola a Balocco e attuali.      

La grande novità di questa finale e che i due finalisti sono, ed è la prima volta, i fratelli Massimo e Paolo Vacchetto, capitani delle due squadre di Alba e di Cortemilia,  che nell’arco della stagione sono sempre state ai vertici del campionato, dimostrando grande forza e continuità,  e si sono già aggiudicate la Coppa Italia (Massimo) e la supercoppa (Paolo). I presupposti per una grande gara c’erano tutti, ma in questa prima, i padroni di casi hanno disputato una gara in sintonia con la loro stagione, mentre il maggiore dei fratelli Max e la squadra non si sono dimostrati determinati come sempre. Il pluricampione d’Italia Massimo non sembrava in palla, forse complice anche il vento, non è stato, preciso e chirurgico né in battuta né al ricaccio, come solo lui sa fare.  Partenza per Max che fa suo il primo gioco e poi un filotto di 8 giochi per Paolo, bene in battuta e al ricaccio. E al riposo si va sull’8 a 2, alle 16,05, come dire incontro chiuso. Alla ripresa, è venuto fuori l’orgoglio ferito del campione, che inanella 3 giochi e accorcia 5 a 9 e poi 5 a 10 e 6 a 10, e Paolo chiude intorno alle 17,30 per 11 a 6.       

La Cantina Terre del Barolo Albese, del presidente Giuseppe (Pino) Perosino è scesa in campo con Paolo Vacchetto, Bruno Campagno, Lorenzo Bolla e Francesco Pola, 5º giocatore Costantin Diego Banu, Stefano Negro e Giacomo Maiolo, d.t. Gianluca Busca e Domenico Raimondo).

Di contro la Nocciole Marchisio Cortemilia, del presidente Francesco Bodrito, con il capitano  Massimo Vacchetto, Giulio Cane di spalla e i terzini Francesco Rivetti e Marco Parussa (5º giocatore Fabio Marchisio  e Alberto Gili, d.t. Gianni Rigo e Giovanni Voletti.  Bene Paolo e Campagno così i terzini Bolla e Pola. Già detto del capitano, e di conseguenza anche la spalla Cane e i due terzini Rivetti e Parussa non nelle loro giornate migliori, ma si sa, che se dietro non spingono, davanti la palla è sempre carica e difficile da piazzare.

Sabato 9 novembre, alle ore 14, la finale di ritorno nello sferisterio comunale di Cortemilia. Massimo si imporrà e porterà suo fratello Paolo alla bella e sarà spareggio? Al “Mermet” bella coreografia dei tifosi giallo verdi della Capitale della Nocciola, con maglie, trombe e incitazioni che sono andate affievolendosi nel corso dell’incontro. Siamo certi che sabato il campionissimo Massimo tirerà fuori il suo orgoglio e venderà cara la pelle, ma contro avrà un fratello più giovane, mai così vicino a vincere il suo primo scudetto. Il pubblico sarà delle grandi occasioni e il divertimento è assicurato. Perché se così non fosse c’è da meditare sul futuro di questo sport, perché difronte saranno, come già detto, le due quadrette migliori della stagione.   

Ulteriori dettagli sulla finale su L’Ancora n. 41 di domenica 10 novembre, in edicola da giovedì 7 novembre.

G.S.

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