Con le esportazioni di vino al di fuori dell’Unione Europea che nel 2023 sono state pari a 4,6 miliardi di euro, quasi il 60% del totale, è importante il completamento in anticipo rispetto agli anni scorsi dell’istruttoria per l’assegnazione dei fondi relativi all’annualità 2024/2025 per la “Promozione nei mercati dei Paesi terzi”.
Occorre ora lavorare per continuare nel percorso di semplificazione intrapreso, facilitando la presentazione delle domande da parte delle aziende per le prossime annualità. Ma è importante anche estendere quanto più possibile la gamma delle attività promozionali finanziabili, per dare modo al settore di cogliere tutte le opportunità oggi offerte dall’innovazione e dai nuovi modelli di consumo, oltre che turistici.
Ad affermarlo è Coldiretti Alessandria, sulla base dei dati Istat, in occasione dell’annuncio del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare dell’approvazione della graduatoria dei progetti che coinvolgono aziende produttrici di vino italiane per una serie di iniziative promozionali all’estero.
Il vino rappresenta la prima voce dell’export tricolore, con un valore nel 2023 di quasi 7,8 miliardi di euro. Un settore importante anche dal punto di vista occupazionale con 1,5 milioni di persone impegnate direttamente nei campi, nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche nelle attività collegate. L’export vitivinicolo provinciale, dal 2021 al 2023, su dati della Camera di Commercio di Alessandria, ha segnato 243 milioni di euro, di cui 77 verso la Germania.
Sul territorio, intanto, si stanno staccando gli ultimi grappoli, per una vendemmia 2024 che ha visto un incremento del raccolto dell’8% rispetto al 2023 ma dove, a livello nazionale, maltempo e siccità pesano sul Vigneto Italia, tenendo, secondo le prime stime, la produzione di vino tra i 41 e 42 milioni di ettolitri, ben al di sotto della media degli ultimi anni.
Le aziende vitivinicole in provincia sono 2.430: il settore vitivinicolo alessandrino vanta 12 Doc e 7 Docg, conta 11.112 ettari di superficie vitata per una produzione di 944.310 quintali nel 2023, mentre la produzione di uva da tavola è di circa 1.022 quintali.
Maltempo e intense piogge continuano a mettere a dura prova il lavoro dei viticoltori costringendoli a numerosi interventi per la difesa fitosanitaria dei vigneti, soprattutto per quelli biologici. Inoltre, su alcune varietà, l’eccesso di pioggia ha tagliato e “alleggerito” i grappoli ma, fortunatamente la qualità va dal buono al molto buono/ottimo per le aree che hanno avuto un decorso climatico meno problematico.
Non a caso secondo un’indagine Divulga-Ixè il 76% dei produttori giudica la qualità della vendemmia 2024 superiore alle annate passate: in particolare, per il 57% degli imprenditori intervistati di buona qualità mentre per il 19% addirittura ottima.
«Il segno di come i viticoltori del territorio siano stati capaci di mettere in atto tecniche colturali idonee a garantire un adeguato livello qualitativo anche in presenza di anomalie meteorologiche ma questa sfida si fa sempre più difficile a causa del cambiamento climatico – ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Un fattore ha inciso anche sui costi di produzione, riducendo i margini e la redditività delle aziende che stanno avendo molte difficoltà anche a mantenere gli impegni rispetto alle misure di settore, dalla ristrutturazione e riconversione vigneti a investimenti e promozione, con il rischio concreto di perdere preziose risorse del bilancio comunitario».
Da qui la richiesta di Coldiretti alle istituzioni comunitarie e nazionali di strategie concrete per il settore, a partire da finanziamenti per ricerca e investimenti volti a contrastare e mitigare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, con un ruolo centrale ricoperto dalle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) e l’Agricoltura di precisione (Adp).
Tra le proposte avanzate dalla Consulta vitivinicola della Coldiretti anche una maggiore flessibilità nella gestione delle autorizzazioni al reimpianto allungandone la durata, delle risorse comunitarie destinate al settore, ad esempio con la possibilità di trasferire al bilancio successivo una percentuale delle risorse, l’istituzione di un fondo straordinario nazionale per le emergenze, misure di semplificazione burocratica e la possibilità di aprire alla promozione del vino e dei territori vitati con l’enoturismo anche all’interno dell’Ue.
«In questo modo – ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco – si potrebbe supportare con i giusti mezzi un settore in espansione e provare a contrastare la demonizzazione in atto che considera semplicisticamente il vino come una bevanda alcolica dannosa per la salute senza distinguere tra consumi moderati ed abuso. L’enoturismo è un settore in rapida ascesa tanto che nel 2024 è stato superato il record delle sei milioni di notti trascorse l’anno precedente tra le vigne, con l’obiettivo di vivere esperienze nel mondo del vino in strutture agrituristiche, bed & breakfast e case vacanza».