Acqui Terme

Successo per “Scripta Festival” che valorizza gli scrittori emergenti

Acqui Terme.  Nel pomeriggio di sabato 28 settembre, nella splendida cornice del Castello dei Paleologi, si è tenuta la prima edizione di “Scripta Festival”. Nella presentazione è intervenuto anche Matteo Ravera, consigliere delegato alla Biblioteca Civica.

  L’originale evento, nato da un’idea di Piero Spotti, titolare della “Libreria Terme”, si propone di valorizzare gli scrittori emergenti delle nostre zone. L’intuizione si rivela già da subito vincente: in una sola settimana il bando ha ricevuto venti candidature da parte degli autori. Anche da parte del pubblico si rileva un’ottima risposta: gli appassionati lettori giunti all’evento sono più di quelli previsti, tanto da rendere necessaria l’aggiunta di posti a sedere. Spotti spiega che ha dovuto scegliere tra i lavori proposti solo sei scrittori, ognuno esponente di un genere diverso: si va dal fantasy con Dana Torrielli alla saggistica con Emilio Bonzani, dai racconti di Pietro Rainero alle diverse declinazioni di romanzo: rosa per Claudia Parodi, di formazione per Roberto Grenna e Dominique Campete. Alla prima apparenza i divari tra questi autori sono incolmabili, eppure la comune passione per la scrittura permette di costruire un interessante dialogo, arricchito dalla pluralità di toni.

Gli inizi: “Perché si scrive?”

  A rompere il ghiaccio è la prima domanda che Spotti pone ai sei scrittori: “Perché avete iniziato a scrivere? Passione, vocazione o terapia?”. La risposta di Dominique non si fa attendere: la sua scrittura nasce da un intenso amore per la lettura, in particolare per il giapponese Murakami, di cui fa sua la frase “Quando non capisco qualcosa, scrivo”. La scrittura diventa, quindi, traduzione delle emozioni.  La parola passa alla giovanissima Dana Torrielli, classe 2000, la quale racconta di come, fin da piccola, si divertisse a riscrivere il finale dei libri che leggeva, con la prodigiosa fantasia che la contraddistingue.  È poi il turno di una emozionatissima Claudia Parodi che parla in pubblico del suo libro per la prima volta: il suo amore per la scrittura risale all’infanzia, grazie ai numerosi diari che teneva. La risposta di Emilio Bonzani inverte la tendenza: la sua passione sboccia quando, ormai adulto, ha scoperto l’affascinante mondo della macrobiotica (scienza di origine orientale che si occupa dell’alimentazione). I racconti di Pietro Rainero nascono, invece, dalla necessità di intrattenere con storie la figlia e i suoi amichetti.

  Roberto Grenna afferma, ironicamente, di scrivere per “dare fastidio”. Dopo la risata generale del pubblico, spiega di come la sua produzione, iniziata con poesie scritte da adolescente, sia varia e comprenda saggi, gialli, e un romanzo di formazione.

Lo stile  

   Riprende la parola Piero Spotti, e passa a chiedere agli scrittori quale sia la loro cifra stilistica. Dominique, Roberto e Dana sono qui accomunati dal raccontare storie capaci di esprimere il dolore per un lutto o la sofferenza di vivere relazioni disfunzionali. Da questo punto di incontro emergono però anche differenze: l’una si occupa di tematiche sociali come l’identità di genere, l’altro preferisce concentrarsi sulla crescita dei protagonisti, l’ultima sceglie invece di usare la scrittura come terapia per sé e per i personaggi.  Collegandosi al tema della sofferenza, Claudia racconta di come nel suo romanzo l’amore sia capace di guarire profonde ferite e assuma varie sfaccettature. Sulla peculiarità della scrittura di Pietro non ci sono dubbi: sua è la grande ironia che arricchisce i suoi racconti ispirati alla scienza. Infine, Emilio riesce nella non banale impresa di far emergere la propria formazione e il suo pensiero anche attraverso un saggio sull’alimentazione.

La magia della scrittura

  La conversazione prosegue affrontando un tema spinoso per molti scrittori. Spotti, infatti, chiede: “Come scrivete i personaggi? Come affrontate i vari blocchi nello scrivere incipit e finale?”. Le risposte sorprendono perché nonostante le differenze sono estremamente simili. La magia della scrittura è trasversale ed è capace di dare vita a interi mondi, governati da leggi proprie per cui è normale che, a un certo punto, i personaggi prendano vita propria e scelgano loro stessi il proprio destino. L’affermazione, di per sé, parrebbe incredibile se non fosse condivisa da tutti gli autori, i quali spiegano poi come ciò sia avvenuto varie volte durante la stesura dei loro lavori.

E domani?

L’ultima domanda è ancora più difficile della precedente: “Qual è il prossimo libro in programma?”. Pietro Rainero risponde senza esitazione: continuerà a scrivere racconti. Totalmente opposta è la risposta di Emilio Bonzani che ha deciso di cambiare genere e mettersi a revisionare alcuni racconti lunghi scritti anni fa. Le tre autrici sono invece tutte indecise riguardo al futuro, tranne per l’unica certezza di continuare su questa strada che ha dato loro tante meritate soddisfazioni.  

  Roberto Grenna ha in programma l’uscita del suo prossimo libro in primavera, oltre ad avere alcune idee in via di sviluppo; ridendo dice “Ogni tanto lavoro anche”.  

  Si conclude con i sorrisi e un rinfresco questa vivace conversazione. Visto il grande successo si può legittimamente sperare in una seconda edizione, magari, come dice Spotti, con più incontri divisi per argomento. Chissà…

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