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Nocciole: produzione in calo per colpa del meteo, in alcune zone si arriva sino a -50%

Alla luce delle difficoltà sarà fondamentale arrivare ad un prezzo remunerativo per le aziende

Quella del 2024 non sarà un’annata da ricordare per il settore corilicolo alessandrino e, più in generale, per quello piemontese.

Colpevoli il cambiamento climatico e il prolungato maltempo che ha causato un incremento della percentuale di nocciole avariate. Insieme questi due fattori hanno portato ad un calo complessivo della produzione.

Si ipotizza un segno meno che potrebbe arrivare sino al 50% tenendo presente il fatto che ad oggi la resa per ettaro è di circa 5 quintali, contro i 15 di media degli anni scorsi.

«Dopo due anni di siccità e grande stress, nel 2023 abbiamo assistito contestualmente ad una produzione di relativa carica che ha però ulteriormente impoverito le piante. Tenendo conto del fatto che il nocciolo è una pianta da frutto che va in alternanza, cioè ad un anno di grande carica ne segue uno di produzione nettamente inferiore, ecco spiegato il dato negativo di quest’anno. Alla luce delle previsioni che tendono ad evidenziare una produzione minore, auspichiamo un’alta remunerazione delle nocciole del Piemonte che possa consentire di valorizzare uno dei simboli di qualità e dell’eccellenza del nostro territorio», ha affermato il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Il comparto corilicolo piemontese conta 2.000 aziende con 27.000 ettari di superficie coltivata per una produzione totale di circa 200.000 quintali e quasi 80 milioni di euro di fatturato. La provincia di Alessandria è particolarmente vocata alla produzione di nocciole su una base di circa 4.000 ettari tra allevamento e fase adulta distribuiti nell’intero territorio collinare provinciale, circa 500 le aziende coinvolte nella filiera corilicola.

«Sicuramente la valorizzazione delle nocciole del Piemonte passa attraverso importanti accordi di filiera sul territorio, come quello siglato tra Coldiretti Piemonte e il gruppo dolciario Novi Elah Dufour che, partito proprio dalla provincia alessandrina è diventato a carattere regionale. Un progetto di filiera che consente di valorizzare tutta la produzione corilicola del territorio, offrendo una prospettiva di medio periodo agli imprenditori agricoli. Un accordo quadro che sancisce l’unione con l’agroindustria virtuosa, quella che vuole investire sul territorio e vuole consolidarne il legame. Un sostegno alla corilicoltura e alle imprese che credono nelle produzioni di qualità, impegnandosi con il loro lavoro a preservare i territori», ha aggiunto il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

Il lavoro svolto dai tecnici e dalle aziende di Coldiretti ha portato, oltre che a evidenti innovazioni per tutta la corilicoltura alessandrina, anche ad importanti riconoscimenti a livello internazionale. Questo è risultato di anni di studio e di un fondamentale gioco di squadra che si traduce in buon prodotto, sperimentazione e tutela del territorio: la giusta ricetta per offrire garanzie di prezzo e di collocazione del prodotto partendo dalla tutela della sostenibilità ambientale. La priorità è puntare sempre più alla ricerca e ad un miglioramento delle rese, remunerativo per chi coltiva e sostenibile per chi produce ma dobbiamo essere preparati a contrastare gli sfasamenti climatici.

Purtroppo, proprio la nocciola, ingrediente principe di svariate preparazioni dolciarie, è spesso coltivata all’estero in condizioni lavorative di sfruttamento. La produzione di nocciole in Piemonte viene, invece, svolta secondo i migliori standard e garantisce un importante livello di occupazione stagionale.

Come da tradizione, per fare un primo bilancio ed avere un quadro più dettagliato della situazione corilicola si dovrà attendere il terzo sabato di settembre quando, nell’ambito della “Fiera Mercato della Nocciola Piemonte” organizzata dal Comune di Gabiano, ci sarà un approfondimento tecnico a cura di Coldiretti Alessandria.

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