Ripresa lenta alla Verallia di Carcare, ma l’azienda chiede ancora tempo

Carcare. Lo stabilimento Verallia di Carcare è ancora in attesa di una ripresa stabile della produzione. L’azienda ha chiesto un ulteriore mese per sviluppare un piano commerciale che fornisca previsioni certe sulla riattivazione del forno. I lavoratori, pur accettando un ulteriore mese di cassa integrazione, chiedono date precise e non vogliono rimanere in sospeso, come affermato unitariamente dai sindacati Corrado Calvanico (Cisl), Edoardo Pastorino (Uil) e Tino Amatiello (Cgil).

Calvanico e Pastorino criticano l’azienda per aver fatto ricadere l’intero peso della crisi sullo stabilimento di Carcare, nonostante la crisi del settore e l’investimento milionario nel forno, terminato a gennaio ma ancora non riattivato. Da ottobre scorso, lo stabilimento è in cassa integrazione, prorogata fino al 2 giugno, e ora viene richiesta un’ulteriore proroga.

Pastorino spiega che ci sono segnali di miglioramento in alcuni settori, come i prodotti per la grande distribuzione, ma altri settori, come le bottiglie per bibite gassate e acqua, restano in difficoltà. L’azienda sta cercando nuovi clienti e riducendo i costi, chiedendo un altro mese per valutare i risultati. Tuttavia, i lavoratori insistono che tra un mese si debba ricominciare a lavorare.

Calvanico aggiunge che la produzione annua del gruppo è di 1,3 milioni di tonnellate di vetro, di cui 130.000 tonnellate prodotte a Carcare. Non è giusto che solo Carcare sopporti il peso della crisi: se la situazione non migliora, il lavoro deve tornare a Carcare, con un bilanciamento tra gli stabilimenti che finora è mancato.

sdv

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