Grano: previsioni del raccolto 2024 tra incognita prezzi, tensioni a livello internazionale e clima

Per rimanere sul mercato fondamentali i progetti di filiera che valorizzano le produzioni locali

Secondo le prime stime Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia, se la produzione di grano duro scenderà quest’anno sotto i 3,5 milioni di tonnellate, rischiando di essere ricordata come la più bassa degli ultimi 10 anni, per effetto della riduzione delle superfici coltivate, causata dalla concorrenza sleale di prodotto straniero, e della siccità che ha colpito le regioni del Sud Italia si prevede un leggero aumento (+1,4%) per le superfici coltivate a grano tenero, che si attestano poco sopra i 600mila ettari, per una produzione stimata di circa 3 milioni di tonnellate: la provincia alessandrina, giudicata uno dei granai d’Italia per quanto riguarda il grano tenero, conta oltre 34 mila ettari e più di 2 milioni di quintali di produzione.

A livello provinciale, dal punto di vista tecnico agronomico, l’andamento climatico che sta caratterizzando questa primavera 2024, con abbondanti piogge e molta umidità, sta causando preoccupazioni per possibili attacchi fungini. “Siamo in una fase molto delicata, chi ha eseguito correttamente i trattamenti non dovrebbe correre rischi ma, se la pioggia continua a cadere, la situazione potrebbe complicarsi”, sottolineano i tecnici Coldiretti Alessandria. Al momento non si possono ancora fare ipotesi sulla qualità del grano tenero alessandrino, anche se tutto lascia presagire che sarà una buona annata: le spighe si presentano sane e caratterizzate da un ottimo sviluppo vegetativo della pianta. A questa pioggia è bene però non segua un periodo di temperature troppo elevate e siccità altrimenti, proprio nel delicato momento della  fioritura, ci si troverebbe di fronte a quella che viene chiamata “stretta” con conseguente perdita di qualità.

Calo dell’8% dei terreni coltivati a orzo e ritardi, a causa del clima, segnalati su tutto il territorio provinciale per le semine di mais, girasole e soia.

Rimane come sempre l’incognita prezzo per far fronte alle oscillazioni di mercato e tutelare gli agricoltori: l’obiettivo deve essere, tramite i contratti di filiera, quello di valorizzare al meglio le produzioni locali di grano, garantire una sempre più positiva remunerazione agli agricoltori e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.

E’ l’effetto del crollo dei prezzi causato proprio al momento delle semine dall’invasione di prodotto straniero: nel 2023 sono arrivati quasi 900 milioni di chili di grano russo e turco, un’invasione mai registrata nella storia del nostro Paese, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. Un vero e proprio fiume di prodotto che, aggiunto a quello di grano canadese, arrivato a superare il miliardo di chili, ha impattato sui prezzi del grano nazionale. Si tratta peraltro, come nel caso del Canada, di cereale trattato in pre raccolta con il glifosato, una modalità vietata nel nostro Paese.

La crisi del settore cerealicolo è purtroppo un dato di fatto. Da ormai troppi mesi, complice la situazione internazionale dei mercati, stiamo vivendo con apprensione i prezzi in caduta libera e prospettive che ci fanno stare col fiato sospeso: Alessandria, uno dei granai d’Italia, culla del frumento tenero d’eccellenza, deve trovare soluzioni e nuove prospettive di crescita. Quali? Progetti di filiera, l’unica traiettoria di futuro – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Per questo, nei giorni scorsi Coldiretti Alessandria ha lanciato un invito ben preciso alle agroindustrie virtuose del territorio che si occupano di trasformazione, per valorizzare il prodotto locale e ottenere prodotti da forno veramente preparati con la farina a chilometro zero, per garantire reddito alle aziende e rispondere alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti, tutelando la biodiversità del territorio alessandrino”.

Ancor più alla luce di questi scenari, occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito ad accordi di filiera come il progetto piemontese, insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, di Gran Piemonte tramite il quale sono già stati seminati circa 8 mila ettari di grano tenero – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. L’obiettivo deve essere quello di valorizzare al meglio le produzioni locali di grano, garantire una sempre più positiva remunerazione agli agricoltori e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti”.

I contratti di filiera rappresentano 12 diverse produzioni, di cui 4 relative al frumento, promosse e sviluppate nell’ottica della valorizzazione della produzione italiana. Sul totale dei prodotti ritirati da Consorzi Agrari d’Italia il solo frumento rappresenta oltre il 50% del volume ed è quindi il primo prodotto.

L’agricoltore – ha continuato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – è uno dei pochi imprenditori che quando inizia la sua produzione non sa quale sarà il prezzo del suo prodotto sul mercato. CAI prova a scardinare questa logica, un unicum in Italia, stabilendo a priori quale sarà il prezzo del ritiro del prodotto a fine campagna e garantendo quindi all’agricoltore un prezzo di vendita su cui può tarare le proprie aspettative ed i propri investimenti anche con 2 anni di anticipo e con un minimo garantito”.

Si tratta di circa 400 mila tonnellate di grano, quantità che identifica indubbiamente Cai come il primo player sul mercato nazionale per questa produzione. Il 25% di questo frumento rientra proprio all’interno di contratti di filiera: un buon segnale ma non abbastanza per le ambizioni di CAI che mira ad estendere questa quota a vantaggio di agricoltori e qualità del prodotto.

Negli ultimi due anni questa strategia ha pagato e nonostante il calo delle produzioni su scala nazionale, CAI registra un +2% sul totale del volume ritirato. Segno che stiamo lavorando bene sulle filiere autoctone, valorizzando il lavoro dell’agricoltore e delle produzioni nazionali”, ha concluso il Direttore coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

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