Servono tempi certi per gli indennizzi
“Bene la nomina dei tre subcommissari, ma serve accelerare per intervenire a sostegno delle imprese, non c’è più tempo da perdere”. E’ quanto commenta Coldiretti Piemonte a seguito delle riunione in materia di Peste suina africana-PSA, svoltasi al Ministero della Salute alla presenza dei sottosegretari alla Salute Marcello Gemmato e all’agricoltura Patrizio La Pietra, durante la quale è stata annunciata la nomina di tre subcommissari, Mario Chiari, Giovanni Filippini e Simone Siena, con deleghe specifiche.
“Nell’auspicare che queste nomine vadano a rafforzare la squadra di lavoro, ribadiamo che occorre incrementare il depopolamento dei cinghiali, soprattutto nelle aree dove si sono rilevati gli ultimi casi di peste, in modo da evitare, parallelamente, un ulteriore ampliamento delle zone di restrizione. Oltretutto, i cinghiali causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie. La situazione resta preoccupante con i casi di Peste Suina che continuano ad aumentare mettendo a rischio l’interocomparto e la filiera suinicola piemontese che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele. E’ necessario fornire ulteriori risorse, e tempi certi per gli indennizzi, per i contributi alle imprese che hanno subito danni indiretti (Decreto MASAF), ampliando il periodo interessato, ad oggi previsto fino a novembre, almeno fino ad aprile di quest’anno con una procedura celere per sostenere i suinicoltori da troppo tempo in difficoltà. Inoltre, sosteniamo la proposta, sulla quale si sta lavorando presso le istituzioni europee, per creare una Zona di restrizione da PSA con focolaio di cinghiali, alla quale si applichino condizioni diverse da quelle previste per le zone con focolaio di suini domestici. È necessario, infine, normalizzare le modalità di commercializzazione per evitare la speculazione che stanno operando alcuni macelli”, affermano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.