L’agricoltura piemontese, ancor più alla luce delle significative tensioni di questo periodo, necessita di una massima attenzione, di risposte concrete e rapide. Per questo, con l’obiettivo di dare voce agli associati, Coldiretti ha strutturato, sull’intero territorio piemontese, una serie di incontri, che stanno continuando, a cui hanno preso parte, fino ad oggi, oltre 15 mila imprenditori. E’ quanto evidenzia Coldiretti Piemonte nell’inviare una specifica lettera al governatore, Alberto Cirio, con una serie di punti prioritari su cui focalizzare l’attenzione e per un confronto costruttivo e diretto.
“Durante le riunioni sono state ribadite diverse criticità, alcune delle quali di carattere comunitario e nazionale – fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – ma anche altre che riguardano direttamente l’Amministrazione della Regione Piemonte, per cui è necessaria una puntuale azione di analisi e programmazione, motivo per cui abbiamo scritto al governatore una lista precisa e concreta di temi che vanno affrontati con urgenza”.
Le tematiche salienti sottoposte sono:
- Gestione irrigua: le piogge di questi giorni cadono su un territorio che necessita di un piano per l’adeguata gestione delle acque e di contenimento, alla luce degli evidenti cambiamenti climatici;
- Sviluppo rurale: il periodo di programmazione 2023/2027 necessità di una rimodulazione che tenga conto delle nuove esigenze del mondo agricolo regionale, senza gravare in termini di burocrazia per le imprese;
- Sostegno alle filiere produttive: molti settoridel comparto agricolo sono in forte criticità e pertanto è necessario che vengano stanziate ingenti risorse che possano promuovere lo sviluppo di filiere per dare dignità e liquidità alle imprese, anche attingendo ai fondi messi a disposizione dal PNRR;
- Emergenza peste suina africana: rischia di mettere in difficoltà l’interocomparto e la filiera suinicola piemontese, servono pertanto interventi efficaci e proposte di modifica dell’attuale impianto normativo comunitario portati avanti dalla Regione.
Restano da risolvere alcune criticità storiche come:
- Danni da fauna selvatica e da predazioni: l’incidenza di danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole è ancora troppo elevata, determinando una eccessiva incidenza sulla redditività delle imprese;
- Effetti del cambiamento climatico: si rende imprescindibile un’azione della Regione in termini di prevenzione e ricerca per problematiche nuove e future emergenze, in particolare fitosanitarie; pertanto va implementata la ricerca e gli investimenti orientati in tal senso, senza dimenticare che in Regione restano problematiche sempre della stessa natura che vanno debellate con provvedimenti e interventi specifici.
“Sono solo alcune delle tematiche essenziali, anche in relazione alla definizione di quella che sarà la strategia programmatica dei prossimi cinque anni, nel nostro Piemonte dove si sente l’impellente esigenza di interventi concreti – continuano Brizzolari e Rivarossa -. In un momento in cui è fondamentale garantire la sovranità alimentare e combattere le importazioni dall’estero di prodotti che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori, è prioritario mettere i nostri imprenditori agricoli nelle condizioni di poter fare impresa, senza ulteriori ostacoli e spese. Per questo la Politica non può più aspettare a dare risposte, la parola d’ordine è: adesso”.