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Gdf Asti: lotta al traffico di stupefacenti

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Asti, hanno dato esecuzione al provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Asti ed ormai divenuto irrevocabile, che dispone la confisca – per sproporzione ex art 240 bis del Codice Penale – di 1.649.570 di euro in contanti e di una autovettura Mercedes CLA nella disponibilità di M.D., di anni 38, tratto in arresto nel maggio 2023 e che è stato condannato ad anni 6 di reclusione e 40.000 € di multa per i reati di cui agli artt. 73 del DPR 309/90, 497 bis e 455 del Codice Penale. Si tratta in sostanza dell’epilogo dell’operazione delle Fiamme gialle astigiane denominata CAMPO DEI MIRACOLI, che il 4 maggio 2023 aveva portato la Guardia di Finanza ad individuare e sequestrare, tra l’altro, detto rilevante importo di danaro contante, proprio nei confronti del pregiudicato, indagato per traffico e spaccio di stupefacenti.

Le indagini sono state condotte dalla Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico – finanziaria di Asti e, più in particolare, si sono concretizzate nel rinvenimento e sequestro, presso l’abitazione del prevenuto M.D., di € 249.870 in contanti, 570 gr di cocaina, 1.406 gr di Hashish, 22 gr di marijuana, 31 gr. di canapa indiana, 2 documenti di identità falsi – abilmente occultati in una intercapedine di un muro, cui è stato possibile accedere solo dopo la rimozione di un termosifone – nonché di una autovettura Mercedes CLA 220 CDI 4 matic AMG, trovata nella disponibilità dello stesso indagato. Sempre nel corso di questo intervento, le ricerche dei finanzieri venivano estese presso un casolare in località Valleversa, frazione di Asti, dove all’interno di una serra è stato rinvenuto, sotterrato ad una profondità di circa mezzo metro, un fusto di polietilene contenente 7 involucri termo-sigillati contenenti € 1.399.700 in banconote di vario taglio.

Gli ulteriori accertamenti di polizia giudiziaria ed economico finanziaria, condotti nei mesi scorsi dalle Fiamme gialle astigiane sotto la direzione della Procura della Repubblica di Asti, evidenziavano come tutto il denaro rinvenuto nella disponibilità del pregiudicato in sede di perquisizione, già oggetto di sequestro preventivo, fosse assolutamente sproporzionato rispetto alle condizioni economiche dell’imputato, che non risulta aver presentato alcuna dichiarazione dei redditi, rammentandosi che, come previsto dall’art 240 bis del Codice Penale: “in ogni caso il condannato non può giustificare la legittima provenienza dei beni su presupposto che il denaro utilizzato per acquistarli sia provento o reimpiego dell’evasione fiscale”.

Le rilevanti evidenze investigative, stigmatizzate grazie all’attento e sollecito lavoro – costantemente coordinato dall’Autorità giudiziaria inquirente – eseguito dagli investigatori della Guardia di Finanza di Asti, venivano recepite in un assai contenuto arco temporale (rispetto al sequestro del maggio 2023) dal Tribunale di Asti, che oltre alla condanna dell’imputato ha disposto la confisca sia della poderosa somma di 1.649.570, sequestrata nel corso dell’operazione Campo dei miracoli, consentendone l’apprensione effettiva e definitiva al Bilancio dello Stato, sia dell’autovettura Mercedes sequestrata nello stesso contesto investigativo.

Successivi approfondimenti investigativi permettevano il rinvenimento di banconote di vari tagli per ulteriori complessivi € 29.500, sempre nella disponibilità dell’imputato, parimenti sottoposti a confisca dal locale Tribunale nei giorni scorsi, poiché ”le considerazioni già espresse nella sentenza in ordine alla sproporzione del denaro di cui l’imputato è stato trovato in possesso rispetto alle sue condizioni economiche siano valevoli a maggior ragione per la descritta ulteriore somma, considerato che per le caratteristiche della stessa e le modalità di occultamento, deve senz’altro escludersene la provenienza lecita”.

L’operazione CAMPO DEI MIRACOLI, così conclusasi, costituisce un concreto esempio dell’attività di aggressione dei patrimoni illeciti propria della Guardia di Finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria economico-finanziaria, ed assume un fondamentale valore “sociale”, poiché consente di restituire alla collettività ricchezze accumulate dalla criminalità.

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