L’alleanza nata in Europa fa proprie le perplessità sollevate, per prima, dalla Coldiretti e conferma il ruolo di apripista dell’Italia, quale leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, nonché nelle politiche di tutela della salute dei cittadini.
Salgono, infatti, a 12 le Nazioni che hanno sottoscritto la moratoria sul cibo a base cellulare, in seguito alla presentazione del documento “Agricoltura e pesca”, al Consiglio UE, dal Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
Nel testo condiviso dalle delegazioni italiana, austriaca e francese, con il sostegno di quelle ceca, cipriota, greca, ungherese, lussemburghese, lituana, maltese, rumena e slovacca, viene, infatti, chiesto: che prima di qualsiasi autorizzazione alla produzione e al consumo di cibi a base cellulare, la Commissione Europea avvii una consultazione pubblica; che tali prodotti mai possano essere chiamati carne; che vengano poste questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, nonché sulla nutrizione e sulla sicurezza sanitaria, rimettendo in discussione l’attuale quadro normativo, che risulta inadeguato.
“La presa di posizione di un numero crescente di Paesi rappresenta l’evidente e diffusa esigenza di avere analisi univoche da parte della ricerca pubblica e di evitare di trasformare i cittadini in cavie umane”, rimarca il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “In tutto questo, Coldiretti è stata apripista, raccogliendo oltre 2 milioni di firme a livello nazionale contro il cibo sintetico, comprensive di più di 2mila Comuni (che hanno deliberato, spesso, all’unanimità), di tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci”.
“La crescente diffidenza conferma la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte ad una nuova tecnologia, con molte incognite, che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda” aggiunge la Monticone; “la sfida lanciata dalla Coldiretti alle istituzioni europee consiste nel equiparare i prodotti da laboratorio, nei processi di autorizzazione, a quelli di carattere farmaceutico”.
“Sul piano etico e sanitario, così come evidenziato dal documento, occorre tenere conto che la UE aveva già deciso di vietare gli alimenti prodotti da animali clonati e la carne trattata con ormoni, invece utilizzati nei bioreattori per i cibi artificiali, mentre sul piano economico Coldiretti torna ad esortare la Commissione, e tutti gli Stati, ad adottare misure preventive contro i monopoli della produzione alimentare, favoriti dagli elevati costi fissi e da economie di scala che avvantaggiano pochi produttori, col concreto rischio di originare dipendenze lungo la catena alimentare” sottolinea il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia.
A livello nazionale, sette italiani su dieci sono contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio, per le perplessità riferite agli effetti a lungo termine sulla salute umana e sull’ambiente (indagine Coldiretti/Censis).
Una diffidenza motivata dalla mancanza di letteratura scientifica al riguardo in termini di sicurezza alimentare e ambientale, nonché di effettiva riduzione dei consumi e degli inquinanti.
“Le contraddizioni internazionali in ambito di alimentazione e salute proseguono” conclude il Presidente Monticone; “da un canto apprezziamo il riconoscimento internazionale della Dieta Mediterranea, meritevole del primato su tutte le diete del mondo, con un punteggio dell’85,1%; dall’altro canto assistiamo alla preoccupante introduzione della carne sintetica prodotta in laboratorio in Nazioni ove, evidentemente, c’è minore attenzione sulla sicurezza alimentare e ambientale. Di due, l’una!”.
“Coldiretti e, fortunatamente il governo italiano, continuano a sostenere ai tavoli preposti, ovvero a quelli europei, il principio di precauzione che, mai, deve venire meno quando di ci sono in gioco la salute umana e del pianeta” chiosa a sua volta di Direttore Furia.