Tributaristi INT: gli emendamenti non accolti in legge di bilancio su atti telematici e malattia professionisti erano di semplificazione ed equità e non di equiparazione ad altre categorie
“Spiace leggere che esponenti di una categoria professionale in ambito contabile confondano equità e semplificazione con maldestri tentativi di equiparazione alla loro attività, che non abbiamo mai perseguito e che non vogliamo” queste le prime parole del Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) dopo alcune dichiarazioni di giubilo apparse sulla stampa circa la mancata approvazione di emendamenti alla legge di bilancio.
Un emendamento in questione era legato alla semplificazione del deposito degli atti presso le CCIAA, attività che il tributarista già svolge utilizzando la propria firma digitale per l’invio telematico mentre tutti i documenti devono essere firmati digitalmente dal contribuente, l’ emendamento avrebbe semplificato tale attività dando la possibilità di effettuare il deposito solo con la firma dell’intermediario professionista, non solo ai tributaristi, ma anche per esempio ai consulenti del lavoro e ai revisori legali, poiché la semplificazione di invio oggi è data incomprensibilmente in esclusiva agli iscritti nell’albo unico dcec; l’altro emendamento era relativo all’estensione della tutela da malattia anche ai professionisti di cui alla legge 4/2013 e a quelli iscritti in registri o elenchi, la contrarietà a questo recupero di equità è inqualificabile in una Nazione civile.
“Ho letto affermazioni fuorvianti che mi auguro siano frutto di refusi stampa ed espressioni di discutibile giubilo, che non hanno bisogno di commenti” – ribadisce Alemanno, che precisa – “la prossima volta spiegheremo meglio la portata delle proposte emendative, intanto ringraziamo chi ne ha compreso lo scopo e le ha sostenute: una semplificativa senza oneri per lo stato e l’altra per recuperare equità su una tematica, la tutela da malattia, che non dovrebbe minimamente trovare opposizione, invece…tutto ciò spiace e sorprende poiché giunge da esponenti del mondo ordinistico che dovrebbero riservare il loro giubilo al fatto che negli ultimi anni, dopo l’introduzione dell’esame di stato on line e solo orale, la percentuale dei nuovi abilitati è aumentata in modo esponenziale, fornendo nuova linfa alle professioni ordinistiche e alle loro casse previdenziali private. Siamo lieti per loro, ma ribadiamo che oggi la tutela dell’utenza non è data solo dal sistema ordinistico ma anche dalle norme in tema di associazioni professionali della legge 4/2013 che prevede per i professionisti associativi l’attestato di qualità e di qualificazione professionale dei servizi prestati, proprio a tutela dell’utenza.”