Cairo M.tte

Accadde il 6 novembre 1849 in quel di Murialdo SV. E se l’Alta Val Bormida venisse annessa al Piemonte?

Bardineto, Calizzano, Murialdo, Osiglia, Millesimo, Cosseria, Cengio e Roccavignale alla provincia di Cuneo.

Plodio, Carcare, Cairo Montenotte, Altare, Pallare, Mallare, Bormida, Dego e Piana Crixia alla provincia di Alessandria.

Millesimo. Forse non tutti sanno quanto sia difficile abitare e vivere in Alta Val Bormida, con tutte le problematiche dovute al clima impervio d’inverno, con le alluvioni autunnali, la siccità estiva, le primavere anticipate e piovose; altre situazioni difficili per emigrazione in cerca di lavoro; taluni disagi per le tante strade provinciali e comunali a tornanti dissestate bisognose di continui interventi, sia asfaltate che campestri.

Negli anni ‘90 ci era balenato a Riofreddo di Murialdo di chiedere aiuto d’annessione alla vicina regione Piemonte, osservando come la manutenzione strade fosse più accurata di quella gestita dalla Regione Liguria. L’idea cadde nel dimenticatoio, come anche quella del 18 aprile 1964 con la quale il sindaco di Murialdo Luigi Ferraro, propose di provincializzare la strada che da Riofreddo si congiunge ad Osiglia con la strada provinciale 16, per relativa asfaltatura, quale arteria stradale strategica, (alternativa a raggiungere la frazione di Riofreddo di Murialdo invece che con la strada impervia comunale sino alla statale 51). (Citazione “Riofreddo una piccola Inghilterra nel cuore dell’Alta Val Bormida” Libro di Simona Bellone 1998).

Ancor prima é da rimarcare che la volontà di far parte alla Regione Piemonte, partì in richiesta accurata ufficiale dal Comune di Murialdo il 6 novembre 1849, ben 174 anni fa: una “Murexit” dalla Regione Liguria di unanime speranza vana di migrazione piemontese. Non venne presa in considerazione purtroppo nel 1861.

(Citazione “Murialdo: Arte e Storia” – pagina Facebook).

Nel 1849 era già in tumulto la progettazione di una nazione Italia, suddivisa in precise regioni, (unita nel 1861) redigendo a tavolino la divisione fra Piemonte e Liguria, che con la Val D’Aosta e la Sardegna erano parte del “Regno di Sardegna” sabaudo di Re Carlo Alberto di Savoia.

Murialdo era principalmente fondato da emigranti piemontesi nei secoli, i quali  percorsero la strada montana interna sulle alture, congiungendosi con Castelnuovo di Ceva della provincia di Cuneo (segnata ed anche oggi visibile e percorsa, con edicole religiose erette in preghiera dai Pellegrini alle figure Cristiano Cattoliche della Madonna, Gesù ed ai Santi): partorì tale decisione, anche per vicinanza alla provincia Cuneo, con identiche tradizioni, cultura e dialetto. Aggiungo inoltre che i fasti del Regno di Sardegna Sabaudo dei Savoia erano ancora vivi e tramandati nelle memorie Murialdesi all’epoca.

Ripercorrendo in sintesi la storia di Murialdo: di origine preromana, fu di proprietà Aleramica nel 1032, nel 1091 passò sotto il Marchesato di Ceva, nel 1347 sotto i Del Carretto del Marchesato di Finale, nel 1797 entrò nel Dipartimento del Letimbro con capoluogo Savona nella Repubblica di Genova, nel 1805 nel Dipartimento di Montenotte dell’Impero Francese, nel 1815 nel Regno di Sardegna, nel 1858 nel II Mandamento di Millesimo del circondario di Savona, della provincia di Genova, dal 1927 entra a far parte della Provincia di Savona.

L’appartenenza del Comune di Murialdo dal 1973 al 2011 alla Comunità Montana Alta Val Bormida, unitamente ad altri 17 Comuni valbormidesi, ha rimarcato queste diverse tradizioni, etimologia, geografia, cultura e dialetto, dalle cittadine rivierasche liguri.

(Ne facevano parte 17 Comuni della provincia di Savona, e 1 invece della provincia di Cuneo, Massimino).

Una matrice di cultura piemontese, ha sempre fatto parte del paese di Murialdo, in balia delle spartizioni redatte a tavolino dai regnanti e governanti che si sono susseguiti nei secoli, non tenendo conto delle connotazioni territoriali geografiche, che delineano il territorio simile, quale prolungamento della provincia di Cuneo, non certo alla Liguria rivierasca della provincia di Savona.

Voglio promulgare questa proposta “rispolverata” dal passato, perché ha una veridicità di fondo logistica, da non sottovalutare. L’ex Comunità Montana fu un valido appoggio per il territorio, e se ne sente la mancanza, quale rappresentanza di un’Alta Val Bormida che si differisce dalle traduzioni liguri rivierasche.

Quindi, non solo Murialdo ha una giusta ragione di far parte della provincia di Cuneo, anche il Comune di Calizzano che in egual modo vi è confinante piemontese, ponendo come confine il Forte del Melogno, Bardineto con il Colle Scravaion, (da cui nasce la Bormida di Millesimo), Osiglia con il Monte Settepani, con la biforcazione della statale 38 dopo la pala eolica.

Vi sono due strade in effetti che da Calizzano congiungono la Liguria con il Piemonte, da Vetria per Casario e poi Garessio, e da Caragnetta per il colle dei Giovetti per scendere a Massimino e poi a Bagnasco.

Anche l’altra parte dell’Alta Val Bormida a seguire lungo la strada provinciale 51, Millesimo fino a Cengio confinante con il Piemonte con il Comune di Saliceto della provincia di Cuneo, e verso Roccavignale da cui si può raggiungere Priero e Ceva della provincia di Cuneo, per inglobare anche Cosseria raggiungibile con la strada provinciale 28bis, per porre come confine il bivio per Plodio sotto le alture del castello di Cosseria.

Se si vuole proseguire analizzando la geografia valbormidese, ponendo i confini con i monti sopracitati, non deve essere tralasciato il tragitto dei due fiumi Bormida (“La Bormida”): un primo fiume che nasce dal Monte Settepani (Osiglia) (Bormida di Pallare e Bormida di Mallare che confluiscono insieme generando la Bormida di Spigno); il fiume Bormida che nasce dal Colle Scravaion di Rocca Barbena, (oltre Bardineto), (Bormida di Millesimo) per proseguire lungo Calizzano Murialdo Millesimo Cengio raggiungendo Saliceto (provincia di Cuneo), per poi confluire nel Tanaro, (che affluisce nel Po).

La Bormida che scorre nel territorio di Pallare e Mallare, attraversa anche Carcare, Cairo Montenotte, Dego e Piana Crixia, per poi raggiungere la provincia di Alessandria con Spigno.

Per logica territoriale quindi, i paesi sopracitati in cui scorre la Bormida di Mallare e Pallare, dovrebbero far pare della provincia piemontese di Alessandria. Uniti nella stessa sorte per i confinanti Plodio, Bormida, ed anche Altare sino al forte omonimo, cittadina in cui vi è lo spartiacque fra le Alpi e gli Appennini.

(Vedere cartina allegata)

Questa mia riflessione che comunque può essere attuata a norma di legge, con una proposta lasciata alla valutazione e votazione popolare, spero che possa essere presa in considerazione in futuro.

La storia, la tradizione e il territorio geografico valbormidese parlano chiaro, anche i castelli e le chiese hanno strutture che testimoniano una similitudine architettonica al Piemonte, ma soprattutto il dialetto che conserva inflessioni e termini piemontesi montani, piuttosto che liguri rivieraschi, ancor oggi ci sussurra le nostre origini.

Personalmente i miei avi Bellone, come per tanti valbormidesi, sono di origine piemontese: precisamente dalla provincia di Cuneo, in Malpotremo e Mollere (1700 d.C.), Mondovì (1500 d.C.), Castagneto Po (1400 d.C.), Torino (1000 d.C.). (Citazione “Genealogia Bellone” di Simona Bellone 2009). 

Buon Piemonte a tutti i Valbormidesi!

Artista e custode della storia: Simona Bellone pres. associazione culturale caARTEiv (no profit since 2001)

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