Alessandria. Il caro prezzi taglia del 4,5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti però a spendere comunque il 6,9% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione.
È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Alessandria su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nei primi otto mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,5% nel periodo gennaio agosto nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.
Tra i prodotti che hanno subito maggior incremento di prezzo c’è sicuramente lo zucchero a causa delle quotazioni internazionali che hanno registrato un balzo del +48% rispetto allo scorso anno raggiungendo il livello più alto osservato dal novembre 2010, complici anche le crescenti preoccupazioni legate alla prospettata contrazione dell’offerta globale nella prossima stagione.
Dall’analisi Coldiretti sull’indice Fao a settembre 2023, a pesare sono le previsioni che evidenziano a causa del persistere del fenomeno El Niño, forti cali della produzione in Thailandia e India, entrambi produttori chiave.
Gli effetti si fanno sentire anche in Italia dove l’Istat ha evidenziato un incremento dei prezzi per lo zucchero a settembre del 38% più di quattro volte l’incremento medio dei prezzi alimentari.
Lo zucchero è presente nell’85% dei prodotti alimentari realizzati a livello industriale con un effetto valanga sui prezzi del carrello della spesa. A fronte di un consumo di oltre 1,7 milioni di tonnellate, l’Italia ha una produzione di appena 150mila tonnellate, ridotta drasticamente con la chiusura di ben 17 zuccherifici su 19 negli ultimi venti anni, con oltre 4 pacchi su 5 che arrivano dall’estero, le cui quotazioni condizionano l’intero mercato.
Un esempio arriva proprio dalla provincia di Alessandria dove, fino al 2006, anno della chiusura dello zuccherificio di Casei Gerola, gli ettari coltivati «per lo zucchero» in provincia erano 10.211, oggi gli ettari si sono drasticamente ridotti a 335 per una produzione di 119.583 quintali (raccolta pari a 103.720 quintali).
“Per difendere la produzione italiana è necessario arrivare a una chiara etichettatura di origine obbligatoria anche per lo zucchero in modo da offrire ai consumatori la libertà di scegliere cosa mettere nel carrello della spesa – ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. La produzione di zucchero 100% italiano è una priorità strategica per sventare incrementi dei prezzi a causa di un sempre maggiore oligopolio straniero, per evitare rischi di carenze di scorte del prodotto per l’industria agroalimentare italiana considerato che a livello internazionale il consumo è previsto in aumento a tassi compresi tra il 2% e il 3% all’anno per i prossimi 10 anni”.
Un caro prezzi che porta le famiglie a tagliare gli acquisti e andare a caccia dei prezzi più bassi, anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a chilometri zero che garantisce una maggiore freschezza e durata, riscoprire le ricette degli avanzi, ma anche non avere timore di chiedere di portarli a casa quando si mangia al ristorante sono alcuni dei consigli della Coldiretti.
“Aumentare la sovranità alimentare del Paese e ridurre la dipendenza dall’estero investendo in innovazione e tecnologia per difendere i raccolti dai cambiamenti climatici, rappresenta una scelta importante per contenere i prezzi ed alzare la qualità dell’alimentazione – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. L’opportunità offerta dal Pnrr per l’agroalimentare italiano va nella direzione auspicata di “raffreddare” il carovita che pesa sulle tasche degli italiani e sui costi delle imprese. Gli accordi di filiera per sostenere la produzione in settori cardine, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura sono infatti un’occasione unica che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.