Alessandria. Il caldo anomalo manda la natura in tilt e sconvolge le tavole con frutta tipicamente estiva come albicocche, pesche, angurie, meloni e fragole che continuano ad occupare i banconi di supermercati e negozi con il sole di autunno che ha alzato il grado zuccherino dando ai raccolti un ancora più dolce e piacevole.
L’autunno 2023 si classifica fino ad ora in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura di settembre superiore di ben 2,17 gradi la media storica del mese (1991-2020). È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui nuovi dati Isac Cnr nel sottolineare che l’anomalia climatica è stata addirittura di +2,57 gradi al nord dove settembre appena trascorso si classifica al secondo posto.
Nonostante questo sia il periodo in cui tradizionalmente i consumi svoltano verso prodotti tipicamente autunnali come mele, pere, castagne, kaki, uva da tavola, fichi d’India, troviamo ancora ampiamente presenti sul mercato frutta tipicamente estiva come albicocche, pesche, susine e i meloni (non solo quelli invernali, ma anche quelli lisci e retati), fino alle angurie, ma anche le fragole.
Prodotti che, con il clima anomalo, sono molto ricercati dai consumatori proprio per spegnere la sete che “l’ottobrata” anomala continua ad alimentare: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile.
Per garantirsi prodotti freschi e di qualità il consiglio della Coldiretti è fare acquisti ripetuti in base alle esigenze giornaliere della famiglia in modo da tagliare gli sprechi senza accumulare prodotto che poi non si consuma, di verificare la provenienza italiana che deve essere riportata obbligatoriamente su etichette e cartellini, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati contadini e non cercare per forza il frutto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali.
Complessivamente la superficie italiana coltivata ad ortofrutta supera 1 milione di ettari e vale oltre il 25% della produzione lorda vendibile agricola italiana. I punti di forza dell’ortofrutta italiana sono l’assortimento e la biodiversità, con il record di 120 prodotti ortofrutticoli Dop/Igp riconosciuti dall’Ue, la sicurezza, la qualità, la stagionalità che si esalta grazie allo sviluppo latitudinale e altitudinale dell’Italia, una caratteristica vincente per i prodotti ortofrutticoli del Belpaese.
“Il cambiamento climatico sta modificando anche la distribuzione delle coltivazioni lungo la Penisola dove la coltivazione dell’ulivo è arrivata a ridosso delle Alpi, nella Pianura Padana viene coltivata circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserve sino al grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee, mentre i vigneti sono arrivati addirittura sulle vette e al sud è boom per le coltivazioni tropicali, dall’avocado al mango fino alle banane. Con il surriscaldamento del clima si moltiplicano anche gli arrivi di specie aliene in Italia che, tra formiche rosse, granchio blu, cimice asiatica, cinipide del castagno, Xylella e company, causano danni per oltre un miliardo nei campi come nei mari distruggendo coltivazioni e allevamenti lungo la Penisola”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
Sul territorio provinciale continuano a destare preoccupazione la “cimice marmorata asiatica” che arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa poiché le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto e la Popillia japonica, il coleottero giapponese, altamente polifago, che infesta e distrugge i tappeti erbosi, defoglia i vigneti e piante da frutto ed ornamentali per arrivare alla Drosophila suzukii il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che attacca ciliegie, mirtilli e uva.
Minacciata due insetti killer anche la produzione di miele Made in Italy di acacia, castagno, e mille fiori: il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare.
“Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell’Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Ma i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al pressing di Coldiretti, sta finalmente aprendo le porte”.