Abbiamo pensato di pubblicare le sintesi emerse dai 16 gruppi che hanno lavorato durante l’incontro diocesano di avvio dell’Anno Pastorale per condividere con chiunque sia interessato al cammino della Chiesa cosa poco alla volta emerge dal sensu fidei del Popolo di Dio nella nostra Chiesa locale.
Si tratta di elementi che sono venuti a galla lavorando insieme, ascoltandosi dopo essere entrati in un clima di preghiera, in quel terreno sacro che sono i gruppi sinodali (la prossima settimana approfondiremo quali sono le indicazioni che la Chiesa italiana ci offre per meglio ascoltare gli altri e lo Spirito Santo) dove si affronta l’impresa di riuscire a intercettare i sussurri che lo Spirito offre continuamente. Sussurri che prendono parole e forma grazie a fratelli e sorelle nella fede, grazie ai fatti che accadono, al camminare insieme ma che bisogna impegnarsi a cogliere perché normalmente rischiano di essere soffocati dal rumore di fondo.
All’inizio i gruppi erano chiamati a leggere la preghiera “Siamo qui dinanzi a te, Spirito Santo” (l’Adsumus Sancte Spiritus con cui iniziava ogni sessione del Concilio Vaticano II) e un breve estratto del brano dei Discepoli di Emmaus (Lc 24, 29-35) da cui ha preso spunto il titolo dell’incontro stesso “Ma essi insistettero: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?”. Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!”. Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.” con il seguente commento: siamo alla Sua presenza, a dialogare, ascoltare per riprendere la strada verso Gerusalemme, immaginare come essere discepoli in cammino verso il Regno, uomini e donne di speranza per le nostre comunità e per il mondo.
Di seguito le persone dovevano rispondere a questa domanda: “Concretamente di cosa abbiamo bisogno nelle nostre comunità per camminare insieme verso Gesù e il Regno che ci ha annunciato?” e dopo circa un’ora si doveva redigere la sintesi da consegnare al Vescovo e ai presbiteri come spunti per il prossimo anno pastorale.
Ecco le sintesi dei primi 2 gruppi (le altre verranno pubblicate nelle prossime settimane)
GRUPPO 1: formato da 7 persone (di Acqui, Sezzadio, Nizza M., Cassine, Cairo M, Rossiglione) 1 Suora, 3 appartenenti a organismi pastorali o associazioni, 3 “semplici” fedeli, di cui uno con esperienza diocesana, 3 alla prima esperienza della Conversazione nello Spirito. Il facilitatore del gruppo era Salvatore Caorsi (Acqui, Equipe Notre Dame)
È stato individuato un “filo rosso” che ha unito le riflessioni emerse nel gruppo a partire dal brano del vangelo che è stato riformulato nella seguente maniera: “hanno scoperto/riconosciuto Gesù e sono corsi ad annunciare con gioia la buona notizia”.
Questo ha portato a:
1- ritenere importante che il nostro Vescovo (ci vuole sempre un “guidatore” che accenda il motore!) indichi agli organismi pastorali di lavorare insieme per offrire a livello diocesano un percorso di approfondimento della Parola e della conoscenza di Gesù (Formazione), che oltre che la mente educhi il cuore: se conosci/riconosci allora puoi mettere in partica!
2- Per “mettere in pratica la Parola” bisogna pregare il Signore che ci aiuti a fare spazio all’azione dello Spirto Santo per illuminarci, per farci veder la strada da fare insieme, guidarci, per non farci distrarre e perdere la strada, darci forza per camminare insieme su sentieri che non sempre sono facili da percorrere e consolarci quando cadremo, perché è sicuro che qualche volta cadremo. Allora, in pratica, ogni percorso di “conoscenza/riconoscenza della Parola” bisogna che sia accompagnato dalla preghiera, dall’educazione alla preghiera, una preghiera che non sia solo recita o formulazione di parole ma che ci educhi a metterci in relazione con Dio, ad affidarci a Lui e costruire nella preghiera comunione per poter cercare di camminare insieme ed essere così attrattivi: “da come vi amerete vedranno che siete miei seguaci”.
3- Si sono individuati i seguenti bisogni: di condivisione, di essere aperti al nuovo e ai cambiamenti della società, di capire che la meta è comune per abbattere le divisioni, di sentirsi accolti e non giudicati, di sentirsi coinvolti e chiamati alla corresponsione-corresponsabilità, di momenti di aggregazione tra le persone di tutte le età e proposte per le famiglie.
GRUPPO 2 formato da 7 persone (3 donne e 4 uomini) tra cui 2 giovani. C’era un prete, una catechista, un’animatrice di oratorio, membri di consigli pastorali parrocchiali, Azione Cattolica, Comunità Shalom. Il facilitatore era Francesco Barlocco (Nizza, Comunità Shalom).
Concretamente, sentiamo che le nostre comunità hanno bisogno di:
1. Crescere nell’esperienza della Parola e della Carità, che sono gli elementi costitutivi dell’identità della chiesa.
2. Costruire relazioni autentiche, attraverso momenti di condivisione e convivialità informali: sia tra preti e laici, che tra laici e laici, perché nessuno debba sentire di camminare solo. Questo facilita la crescita nella stima reciproca, vincendo la logica dei pregiudizi, e ci mette nelle condizioni di essere maggiormente di sostegno gli uni gli altri.
3. Sperimentare e trasmettere l’entusiasmo della fede: questa caratteristica è ciò che attrae e fa uscire da se stessi – cioè, essere missionari. Questa necessità si sottolinea in particolare per il cammino dei giovani.
4. Infine, le comunità hanno bisogno del coinvolgimento di tutti e della condivisione delle responsabilità. A questo fine, sottolineiamo due stili necessari: quello dell’umiltà (in particolare per i preti) e quello del coraggio (in particolare per i laici).