Tre anni di ricerca e di analisi del Dolcetto d’Ovada con il Consorzio tutela docg e l’Università di Torino

Ovada. Si è conclusa, presso l’Enoteca Regionale, la “due giorni” sulla ricerca sul Dolcetto d’Ovada, per la collaborazione tra il Consorzio dell’Ovada docg e l’Università di Torino, Facoltà di Agraria.

La ricerca sul vino ovadese, sulle sue potenzialità e l’ottimizzazione della qualità nonché gli opportuni  veicoli della sua commercializzazione, sono stati al centro di tre anni di analisi e di ricerca, dal 2020 al 2022. A questo tipo variegato di lavoro hanno aderito una quindicina di aziende agricole della zona di Ovada, comprese nella docg.

I risultati delle analisi effettuate sulle campionature dei vini sono stati forniti agli stessi produttori vitivinicoli, che ora possono scegliere sulla strada da seguire per l’ottimizzazione  del loro vino, sia per la qualità che per la commercializzazione.

La ricerca triennale ha condotto ad una individiazione di tre macro aree: la zona collinare di Ovada-Cremolino, quella più pianeggiante di Capriata e la terza più montana di Bosio. L’impatto più immediato della ricerca rivela un vino più strutturato in alta collina e dotato di maggiore freschezza in zona più pianeggiante.

Il gruppo di lavoro dell’Università di Torino-Disafa, che ha collaborato con Agrion, era composto dal prof. Vincenzo Gerbi e dai dott.ri Maria Alessandra Paissoni e Luca Rolle. E proprio quest’ultimo, alla domanda se la ricerca fosse conclusa, ha risposto con ”la ricerca, in quanto tale, non finisce mai ed ogni step crea il presupposto per un altro”.

Lo stesso Oddone ha precisato che i tre anni di ricerca e di analisi del vino ovadese “rappresentano il punto di partenza e non di arrivo”.

Analisi e studio dei tannini, degli antociani, dell’acidità e del grado zuccherino degli acini delle uve nonché le differenzazioni di vinificazione del Dolcetto, tra i punti più qualificanti del progetto triennale.   

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