Torino. “Un momento di confronto utile con i vertici della Sanità regionale ed il mondo suinicolo a fronte della delicata situazione che si sta verificando per il continuo dilagare della Peste Suina, dopo i focolai accertati anche nella provincia di Pavia. Un incontro puntuale per commentare le prime nuove direttive che i suinicoltori devono seguire con massimo rigore così come gli impianti di macellazione affinché l’attività non venga interrotta”.
È quanto è emerso durante la riunione organizzata dalla Consulta suinicola di Coldiretti Piemonte con il presidente regionale, Roberto Moncalvo, ed il delegato confederale, Bruno Rivarossa, che, in video conferenza, hanno incontrato il dott. Bartolomeo Griglio ed il dott. Luca Picco della Sanità regionale, che avrebbero riferito in Regione.
“Il Piemonte – ricordano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – vanta uno dei più importanti e variegati patrimoni in ambito agroalimentare. Produzioni di qualità che rappresentano un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, costituendo anche una componente essenziale dell’identità culturale e territoriale. E’ a rischio l’interocomparto e la filiera suinicola piemontese che conta circa 3 mila aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200 mila capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale, come il prosciutto di Parma e San Daniele. Per questo è necessario che le nostre imprese possano continuare la loro attività, evitando una paralisi del comparto. A livello nazionale, vanno messe in atto tutte le azioni possibili, le energie e le risorse disponibili per eradicare il virus, tutelare la nostra suinicoltura e mettere in sicurezza il nostro territorio. Attendiamo la nuova ordinanza del Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, poiché quella in atto è in scadenza al 31 agosto ed anche il nuovo Priu della Regione Piemonte, nella speranza che vengano concretizzate le azioni volte a tutelare le imprese agricole e l’intera regione dal dilagare del numero di cinghiali”.