Borgio Verezzi. Si susseguono gli appuntamenti del 57° Festival teatrale di Verezzi in piazzetta Sant’Agostino. Terzo evento in calendario sarà “Il malloppo” di Joe Orton, traduzione di Edoardo Erba, in prima nazionale sabato 15 e domenica 16 luglio (ore 21.30). Trama sull’umorismo nero britannico che vede due ladri tentare di svaligiare una banca ma, da rapinatori inesperti quali sono, nasconderanno la refurtiva nella bara della madre deceduta di uno di loro.
Per il regista Francesco Saponaro, una dark comedy di “comicità dissacrante. Il dialogo serrato, iperbolico e surreale, mutuato dal teatro dell’assurdo mette in campo una critica spietata alla società inglese degli anni Sessanta”. Sul palco, Gianfelice Imparato, Marina Massironi, Valerio Santoro, Giuseppe Brunetti e Davide Cirri; scene di Luigi Ferrigno, costumi di Anna Verde e luci di Antonio Molinaro.
Quarto evento sarà “Il piacere dell’attesa”, nuova commedia di Michele La Ginestra, in programma martedì 18 luglio. A firmare la regia, e garantire su uno spettacolo divertente, garbato ed emozionante, Nicola Pistoia. Ad accompagnare La Ginestra, Ariele Vincenti e Manuela Zero; scene di Teresa Caruso, costumi di Milena Corasaniti e luci di Niccolò Santibelli. Il protagonista è Giacomo, giardiniere che vive in un “regno magico” (il suo vivaio), con tempi regolati dalla natura, dove riflette sulle cose, parla con le piante e canta con loro. Non così il suo assistente, pieno di routine: colazione, pranzo, cena e spesa settimanale, tempi che gli impone la madre. Ma ora nel regno magico piomba Camilla, donna in carriera di 40 anni, e i tre universi sono costretti a confrontarsi e scontrarsi, per dar modo al pubblico di riflettere sulle priorità della vita.
Il Festival 2023 è dedicato alla memoria di Enrico Rembado, storico sindaco e ideatore della Rassegna, scomparso recentemente. Proprio per questo, l’attore Iacopo Ferro, borgese, oggi allo Stabile di Torino (già allievo del Barone Rampante), nella serata di apertura lo scorso venerdì 7 luglio ha letto parte di un suo scritto autografo in cui ne raccontava la genesi. Sullo sfondo le scene di Carlo De Marino, approntate per “La strana coppia” di Neil Simon, che da lì a poco avrebbe avuto inizio, rendevano ancora più preziosi e suggestivi i ricordi di Rembado di quel lontano 1965, quando l’idea iniziò a prendere forma.
Per la cronaca, la prima nazionale de “La strana coppia” è stata un successo, con gran pienone di pubblico. In particolare, nella serata dell’8, a cui abbiamo assistito, si sono particolarmente apprezzate le doti di one man show di Gianluca Guidi, regista e attore sul palco, che non ha esitato a interloquire a braccio “quando ancora un po’ soffocava addentando un tramezzino”, e quando c’era il disturbo dei rimbombi dei fuochi d’artificio dalla località vicina.
Disinvolto al massimo, Guidi non perde occasione anche per sostituirsi egregiamente alle musiche, nel momento in cui la convivenza con l’amico Felix diventa impossibile. Nei panni del “pesante” personaggio che va a vivere con lui c’era Giampiero Ingrassia, così credibilmente triste e poi a suo agio in mansioni casalinghe, e così credibilmente imbarazzato di fronte a sguardi femminili. Salvo rialzare la testa nel finale perché, anche se la convivenza è finita male, l’amicizia e quindi gli inviti per il poker rimangono in piedi.
L.S.