È uscito ITER n.47

Acqui Terme. In edicola e in libreria, da alcuni giorni (in coincidenza con i giorni della Liberazione fine aprile 1945), la rivista del territorio ITER offre, pur all’interno di un numero miscellaneo, diversi contributi che si legano all’imporsi, cento anni fa, del regime.

Esso si dipana sin dall’editoriale, che ha titolo Il grande inganno, nel quale, le vicende di due figure perseguitate sono poste a confronto: Arturo Benvenuto Ottolenghi e Vittorina Segre.

 Va riconosciuto, però, come anche una irrazionale paura agisca nei momenti di snodo fondamentale di questi tempi cupi. Unita a volontà rapaci. E se, per la vicenda ebraica, si dà credito ai deliranti Protocolli dei Savi di Sion, ecco che, per giustificare gli entusiasmi borghesi per il primo fascismo, occorre evocare i profondi timori legati ai possibili esiti rivoluzionari, in Italia, che la democratica avanzata socialista instillava nei proprietari piccoli e grandi.

 Di questo e di altri aspetti scrive Vittorio Rapetti in Tra Stato, Comune e Società. L’affermazione del fascismo ad Acqui 1919-1923.

 Passano vent’anni, e con l’8 settembre 1943 si apre un altro capitolo. Su cui duplice è, nel volumetto, il punto di vista.

Le pagine Giovanni Villa “Pancho”. Antifascismo, guerre e resistenza nell’Ovadese si devono a Giancarlo Subbrero e Andreino Oliveri, mentre di Luisa Rapetti è il breve saggio Quando prigioniero significò schiavo. La possibile macrostoria dei deportati militari e civili nell’Acquese.

Completano ITER n.47 l’indagine sulla sociocultura della pallapugno  di Giorgio Caviglia, e la consueta originale ricognizione d’archivio di Paola Piana Toniolo che converge sul Diritto d’asilo, nel Settecento, a Rocca Grimalda.

Ma, dopo essere saliti a Toleto di Ponzone per la costruzione del nuovo campanile della chiesa, con Enrico Ivaldi e Luca Sarpero, ecco i canti delle vigne evocati da Giuseppe Olivieri.

 Per concludere anche l’antologia Martiniana, tracritica e memoria, per il bronzo del Figliuol Prodigo il ricordo di Guidu Benigni di Gianni Repetto, e le recensioni curate da Carlo Prosperi e Giulio Sardi.

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