Mosca orientale e i rishi per l’export dell’ortofurtta piemontese

Cuneese. Il Settore Fitosanitario e servizi tecnico scientifici della Regione Piemonte in collaborazione con la Fondazione Agrion il 23 marzo ha organizzato nella sede del Centro ricerche per la frutticoltura di Agrion, a Manta (Cn), un incontro tecnico informativo rivolto ai magazzinieri e ai produttori ortofrutticoli piemontesi e ai proprietari e gestori dei magazzini di lavorazione della frutta sui possibili rischi derivanti dalla presenza della mosca orientale, organismo nocivo della frutta e non solo. Attualmente non è presente in Piemonte ma l’eventuale ritrovamento imporrebbe agli operatori del comparto l’adozione di specifiche prescrizioni per evitare il parziale blocco dell’export dei prodotti piemontesi.

“Da parte della Regione c’è massima attenzione per le emergenze, idrica e sanitarie, che colpiscono il comparto ortofrutticolo, e per questo oggi abbiamo voluto affrontare quelli che sono i rischi dovuti ad una possibile presenza della mosca orientale e quali potrebbero essere i metodi da attuare per contrastarla, un tema importante per il territorio del Cuneese caratterizzato da una forte produzione ortofrutticola. I funzionari regionali del Settore Fitosanitario insieme a Fondazione Agrion, sono al lavoro per sviluppare azioni di prevenzione e sono disponibili per fornire informazioni pratiche e utili alle aziende agricole e ai magazzini di lavorazione”, precisa l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa,

La mosca orientale, originaria del sud est asiatico, colpisce moltissime specie frutticole e orticole. La sua pericolosità è tale da essere compreso tra i 20 organismi nocivi da quarantena rilevanti per la UE prioritari ai sensi del reg. UE/2016/2031 e UE/2019/1702.

E’ stata rinvenuta per la prima volta in Italia nel 2018 in Campania. Successivamente vi sono stati altri 3 ritrovamenti: uno nel 2019 nel Lazio e due nel 2022, in Lombardia e in Emilia Romagna

Fin dal 2019, a seguito dei ritrovamenti in sud Italia, in Piemonte il Settore Fitosanitario regionale ha avviato le indagini ufficiali previste dalla normativa fitosanitaria e in particolare dal Regolamento (UE) 2021/690, affidando alla Fondazione Agrion il monitoraggio in quanto organismo nocivo non presente in Piemonte. Fino a oggi i monitoraggi hanno sempre dato esito negativo.

Nel 2022 a livello statale è stato istituito il Gruppo di lavoro tecnico-scientifico Bactrocera dorsalis composto anche da un rappresentante per ciascun servizio fitosanitario regionale. A seguire il Comitato Fitosanitario Nazionale ha approvato il Piano d’azione proposto dal Gruppo di lavoro. e in cui sono indicate specifiche prescrizioni che i centri di lavorazione ortofrutticola devono adottare e che prevede debbano essere garantiti specifici protocolli di produzione anche nei frutteti, al fine di evitare il blocco parziale della commercializzazione.

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