Acqui Terme. Lunedì 3 aprile, all’Ariston, la poesia di Marina Cvetaeva. A teatro. E le sue lettere – indirizzate, tra gli altri, a Rilke, a Pasternak. E la sua vita difficile (1892-1941). E, in più, la danza.
Marina. Nemmeno io sapevo di essere un poeta vedrà in scena quali interpreti Monica Massone, Giorgia Zunino e Tatiana Stepanenko. E’ da quest’ultima che il progetto (certo benissimo assecondato) è potuto nascere.
Una donna russa, di oggi, da cinque lustri in Italia, da quattro ad Acqui, che racconta una figura del passato della sua terra. Una figura censurata. Proibita. Accusata di aver tradito il popolo. Isolata. Cui vengono create tutte le migliori condizioni per il suicidio.
Le cui parole, ancor prima della riabilitazione, riemergono nelle canzoni. A lei vengono dedicate pellicole. Poi ritornano i suoi libri. Il fascino dei versi (e con essi, implicitamente, quelli del “secolo d’argento”: da Blok a Majakovskij) e delle prose. Versi e prose potenti. “Perché lei affronta di petto le emozioni”.
Marina. Nemmeno io sapevo di essere un poeta (in scena il 3 aprile, alle ore 21)è in prevendita presso la biglietteria del Teatro Ariston (senza diritti aggiuntivi, con ingressi a 17 euro/ ridotti a 14), nei suoi orari di apertura.