Diocesi

A 100 anni dall’Ordinazione sacerdotale del Venerabile Mons. Stefano Ferrando Sdb

A Rossiglione, nella bellissima chiesa parrocchiale di Santa Caterina V.M., sabato 18 marzo, è stato solennemente celebrato il 100° anniversario dell’Ordinazione sacerdotale del Venerabile Mons. Stefano Ferrando Sdb – Fondatore delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani.

In questa Chiesa il giovane Don Stefano Ferrando celebrò la sua prima S. Messa, essendo nativo di questa laboriosa cittadina appenninica, incardinata nella antica diocesi di Acqui Terme.

Per festeggiarne la ricorrenza è stata celebrata la Missa de Angelis, officiata dal Vescovo di Acqui Terme, Mons Luigi Testore, insieme al Parroco Don Aldo Badano, e a numerosi sacerdoti. 

La chiesa era colma di Autorità civili, i Sindaci di Rossiglione e Moretta, Militari, il Comandante della Stazione Carabinieri, la Croce Rossa, le Confraternite, famigliari di Mons. Ferrando, numerosi fedeli e compaesani del Venerabile Mons. Ferrando.

Il coro di santa Caterina e numerose Consorelle, provenienti da diverse località di benemerito apostolato, ha osannato la sacra liturgia.

Durante l’omelia, il Vescovo ha ricordato la venerabile figura di Mons. Ferrando e il suo indomito spirito missionario che lo ha sempre ispirato: e ora quel bene che Lui aveva sempre profuso a favore dei più bisognosi e diseredati in terre lontane, come l’India, ora ritorna e viene abbondantemente riversato nella sua terra d’origine, e non solo, spargendo aiuto, sollievo e diffondendo con carità la parola di Dio.

Mentre viene dato l’avvio a una serie di celebrazioni  per commemorare il Centenario dell’Ordinazione sacerdotale di Mons. Ferrando, ricordandone con gioia la vita e la santità, si continua a pregare perché Don Stefano sia presto elevato agli onori degli altari come Santo, per continuare ad ispirare la Sue figlie spirituali e intercedere per tutti noi.

La Congregazione è stata ufficialmente fondata il 24.10.1942 ad Assam (Nord-Est dell’India), in un periodo in cui era in corso il secondo conflitto mondiale: in tale data l’India era sotto il dominio inglese, ed essendo l’Italia in guerra contro la Gran Bretagna, i confini erano chiusi ai missionari italiani.

Allora Mons. Ferrando, per superare le difficoltà di aiuti di ogni genere, ebbe l’ispirazione di fondare la Congregazione, che crebbe numerosa a tal punto che ora è presente in Europa, Asia, Africa e America: le sue figlie spirituali, come lui amava chiamarle, svolgono con entusiasmo, gioia e abnegazione il loro apostolato di preghiera e carità, perseverando nell’evangelizzazione missionaria del loro fondatore,    

Nel caso qualcuno avesse ricevuto la grazia tramite la preghiera di intercessione a Mons. Ferrando, contatti e ne dia comunicazione alle “Suore Missionarie   di Maria Aiuto dei Cristiani”, Delegazione “Santa Teresa di Gesù Bambino”, via A. Berta 22, 10141 Torino (Italy), cell. 3334295296, e-mail msmhcdelega20@gmail.com.

Pubblichiamo l’introduzione della Santa Messa

Sua Eccellenza Mons. Luigi Testore, reverendo don Aldo Badano, parroco di Rossiglione, reverendi sacerdoti presenti, autorità civili e militari, parenti di Mons. Ferrando, Suor Jessy, Superiora Delegata, le mie consorelle, i cari darsciuni, i confraternità e tutti i presenti, buongiorno e benvenuti.

Celebriamo, oggi, il centenario di ordinazione sacerdotale, 18 marzo 1923 – 18 marzo 2023, del Venerabile Stefano Ferrando, nostro Fondatore.

Ci sentiamo privilegiate nel vivere con voi, a Rossiglione, questa significativa giornata di “Ringraziamento” per il dono prezioso della vita di un’anima dedicata unicamente a Dio e al suo popolo. Qui, il nostro Fondatore, nacque il 28 settembre 1895, da Agostino Ferrando e Giuseppina Salvi, e qui cento anni fa celebrò la sua prima messa.

Il nostro cuore è colmo di gioia e molte cose ci sarebbero da dire sul nostro Fondatore, ma, per mancanza di tempo, mi limito a pochi significativi fatti della sua vita.

Nel 1912, a 17 anni, emise la professione religiosa a Foglizzo Canavese (Torino). Da giovane religioso fu insegnante nella Casa salesiana di Borgo San Martino in provincia di Alessandria. Durante il suo servizio in quella Casa, gli giunse una lettera della Direzione Generale delle «Opere don Bosco» che, in un questionario allegato, chiedeva di indicare a quale forma di apostolato avrebbe voluto dedicarsi una volta consacrato sacerdote. Stefano rispose con una sola parola, scritta in maiuscolo: «MISSIONARIO».

Purtroppo, mentre era in seminario, a vent’anni, fu chiamato a imbracciare le armi a difesa della Patria durante la Prima Guerra Mondiale, una prova che cambiò la sua vita. Ai canti dei salmi, degli inni sacri si sostituì il rumore degli spari e i gemiti dei feriti. L’esperienza del campo di battaglia fu decisiva per la sua vocazione sacerdotale e missionaria, facendo emergere il suo desiderio di essere un vero soldato di Cristo. Nell’ambito militare offri il suo servizio nella sanità ed ottenne la medaglia d’argento al valor militare nel 1917, per lo straordinario coraggio manifestato. Attribuì tutti i suoi successi e la sua protezione a Maria Ausiliatrice che lo salvò da mille pericoli.

L’esperienza della guerra, gli onori e la gloria che ricevette, lo resero una persona matura, convinta, ben motivata, coraggiosa, degna di fiducia e trovò la giustificazione e il significato della sua vita soltanto facendo riferimento a Dio. Il “Da mihi animas cetera tolle” (“dammi anime, prendi il resto”), di Don Bosco, risuonò con forza nel suo cuore, creando risonanze sempre più profonde. Sentì la chiamata appassionata a diventare un raggio di speranza per i disperati, dedicandosi interamente alla causa dei poveri, degli abbandonati e degli ultimi. Desiderava essere un sacerdote missionario salesiano per manifestare il volto compassionevole di Dio nell’umanità sofferente, per essere un buon pastore secondo il cuore del suo Maestro.

Stefano Ferrando aveva il sogno di creare persone moralmente rette, emotivamente imparziali, spiritualmente motivate, intellettualmente competenti e socialmente efficaci in modo che diventassero i futuri leader e trasformatori del loro destino. Questa sua volontà non poteva che esprimersi nel donare la vita a Dio per i fratelli nel sacerdozio.

Ordinato sacerdote il 18 marzo 1923 prese per motto sacerdotale “Nella croce è la salvezza”. Era convinto della sua chiamata ad essere un vero discepolo, rinnegando sé stesso, prendendo la sua croce quotidiana e seguendo il Maestro che lo chiamava. Dalle sue esperienze personali, era convinto che non c’è modo di trovare la salvezza che percorrere la via della Croce. Ha servito come formatore dei novizi per dieci anni, imprimendo lo zelo missionario tra i giovani candidati al sacerdozio, convinto che, per essere un vero missionario, si doveva essere prima un vero discepolo di Gesù cogliendo il vero significato del sacerdozio: vocazione ad essere vittima dell’amore offerto al Padre. Da salesiano e maestro era convinto che i benefici della missione non possono durare se la fiamma non è tenuta viva da missionari zelanti, ben addestrati e pieni di spirito che basano la loro vita e il loro ministero sull’intimo incontro con Cristo. Perciò, il 24 ottobre 1942, fondò la congregazione delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, per continuare ad accendere la fiamma che aveva ricevuto da Cristo.

Il 9 luglio 1934 Pio XI lo nominò Vescovo di Krishnagar, nel Bengala. Ricevette l’ordinazione episcopale il 10 novembre 1934 a Shillong, scegliendo come motto episcopale: “Apostolus Christi”. Un anno dopo, fu nominato vescovo di Shillong. Ai suoi sacerdoti raccomandò: «Non potete convertire le anime spostandovi in automobile; per avvicinarle e risolvere i loro problemi occorre camminare a piedi». Diede per primo l’esempio: cominciò a spostarsi continuamente soprattutto a piedi, attraversando tutta la sua diocesi, dalle colline alle pianure, tra foreste e paludi. Spesso veniva attaccato dalle zanzare, pericolosissime per la malaria, oppure restava appollaiato con altri missionari sugli alberi, per sfuggire alle bestie feroci.

È vivendo il processo di “Kenosis”, di auto svuotamento, come il suo Maestro, morendo quotidianamente a sé stesso, che lo ha reso fecondo nel suo ministero di missionario e ha guadagnato migliaia di anime per Cristo. Con il suo spirito indomabile, l’impegno incrollabile e il puro amore per i diversi gruppi etnici dell’nord-est dell’India, ha percorso la strada meno battuta come missionario pioniere e ha portato enormi cambiamenti nella crescita della Chiesa e della società indiana.

Deceduto serenamente il 20 giugno 1978 nella Casa Salesiana di Genova Quarto. Le sue figlie richiesero in seguito i resti mortali: il 12 novembre 1987 vennero deposti nella cappella del convento di Santa Margherita, Casa Madre a Shillong in India.

Il Santo Padre, Papa Francesco, ha accolto la relazione della Congregazione delle Cause dei Santi e lo ha dichiarato Venerabile il 3 marzo 2016. È ferma speranza della Chiesa del Nord Est e il più grande desiderio delle sue figlie, che il Venerabile Servo di Dio Stefano Ferrando presto possa essere elevato agli onori degli altari.

Oggi ricordare e festeggiare il centenario della sua ordinazione sacerdotale è un’opportunità per tutte noi, sue figlie, per continuare e rinnovare il carisma e l’impegno ricevuto dal nostro fondatore e contribuire, sul suo esempio, alla formazione e al sostegno spirituale della Chiesa e dello spirito missionario in India e nel mondo.

Mons. Luigi Testore, reverendi sacerdoti, autorità, le sue figlie, parenti e tutti i presenti, possa questo santo Sacrificio della Messa, che offriamo con gioia, portare, con l’intercessione del Venerabile Stefano Ferrando, grazia su grazia su ciascuno di noi. Grazie.

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