Albisola Superiore: al Museo Trucco “Moiso & Giannici a tutto tondo”
Albisola Superiore. Al Museo Trucco di Albisola Superiore è stata inaugurata la mostra “Moiso & Giannici a tutto tondo”, che rimarrà aperta fino a sabato 29 aprile.
Così la illustra così Simona Poggi, assessore alla Cultura: “Vengono presentati i lavori realizzati in ceramica da due maestri che ci hanno lasciato alcuni anni fa, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Nell’occasione si potrà ammirare il gesto irruento e ripetuto di Giorgio Moiso che sapeva illuminare gli spazi grazie a una creatività in perpetuo divenire di tonalità e di segni incisi nella materia. Dal canto suo Gianni Celano Giannici sapeva unire la densità narrativa del colore alla leggerezza di una linea o alla traccia di un misterioso volto in lieve dissolvenza spaziale”.
Continua Poggi: “L’amicizia che li ha uniti nella vita, accompagnandoli fino all’estremo segno del destino, emerge anche da questo incontro di forme e di intenzioni che si propone di coinvolgere anche emotivamente i visitatori”. Realizzata grazie al contributo della Fondazione A. De Mari e curata dal critico Luciano Caprile, presidente della Commissione di Gestione del Museo Trucco, in questo modo “Albisola ricorda due importanti artisti del territorio che hanno sperimentato le infinite possibilità della materia nelle manifatture locali. Le opere di Moiso e di Giannici dialogano con la collezione permanente museale creando una “mostra nella mostra” a testimonianza di come il Museo Trucco diventi sempre di più un luogo dinamico e di incontro per la cultura”.
Moiso (Cairo Montenotte, 13.2.1942 – Savona, 23.12.2019) inizia il suo percorso artistico nel 1955 (parallelamente allo studio della musica) e apprende le tecniche della pittura grazie a Carlo Leone Gallo. Nel ‘68 si diploma al liceo Artistico di Savona, ma è già stato in contatto con quei nomi di fama internazionale che frequentavano negli anni ‘60 il territorio (Wilfredo Lam, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Agenore Fabbri…). Presto è un susseguirsi di mostre che lo vedono protagonista, fino a che, nel 1998, l’amore per il jazz lo porta a una svolta decisiva e decide di far dialogare la musica con il colore, il segno, il gesto.
Giannici (pseudonimo di Gianni Celano, Castel San Giovanni, Piacenza, 5.3.1941 – Savona, 17.1.2020) inizia la sua attività nelle fornaci di Superiore nella seconda metà degli anni ‘60, incoraggiato da Fontana che acquistò due sue opere in una delle primissime esposizioni. Nei primi anni ‘70 si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con Mimmo Rotella e viene invitato alla Biennale. Analogo invito alla Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia. Sue opere sono presto in numerosi musei europei. Anche Giannici ha operato in campo musicale, lui come paroliere: “I figli dell’aria”, del 1972, è un testo che è stato interpretato da Adriano Pappalardo, così come “Apri le braccia”, del 1974, che si accompagna alla voce di Ivano Fossati.
Nella mostra, allo sguardo dei visitatori si offrono una trentina di opere tra piatti e sfere in un percorso volto a approfondire il forte legame dei due artisti con la ceramica. Orari: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17.30, il sabato solo la mattina (chiuso nei festivi).