Nei giorni 11 e 12 marzo ’23 si è svolta a Roma l’assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino Sinodale. Ce ne riferisce Eugenia Travo:
Eravamo 250 referenti da 147 diocesi e all’inizio dell’incontro il presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, mons. Erio Castellucci, ha ricordato che, come Chiesa e come comunità, dobbiamo svolgere un servizio di tramite, di ponte, tra il Vangelo e il mondo, come suggerisce il Concilio Vaticano II e che dobbiamo indossare uno zaino che ci consenta di camminare con i fratelli e le sorelle.
Come ogni volta mi ha colpito la dimensione spirituale che fa sempre da sottofondo a questi momenti di incontro dove, proporzioni fatte, facciamo l’esperienza della Trasfigurazione. Questa ci permette di vedere una Chiesa bella e capiamo quanto sia importante “scendere dal monte” per tornare all’ordinarietà delle nostre Chiese locali, portando questa bellezza nella quotidianità delle nostre relazioni.
Ci siamo soffermati sulle prospettive del Cammino Sinodale Italiano, Mons. Antonio Mura ci ha aiutato ad entrare nell’esperienza dell’assemblea continentale e Padre Giacomo Costa nel Sinodo universale.
Abbiamo visto come stanno andando i Cantieri di Betania in Italia. Cantieri che hanno lo scopo di creare strutture rinnovate, nuove prassi che devono caratterizzare la vita della Chiesa.
Nei tavoli Sinodali, partendo dalle nostre realtà locali abbiamo definito tre scelte importanti che hanno caratterizzato il cammino sinodale, tre difficoltà emerse nella realizzazione del cammino e i primi frutti emersi e abbiamo constatato che i primi frutti nascono proprio dalle difficoltà.
Sono tornata da Roma sempre più consapevole che col Sinodo c’è la volontà di realizzare la Chiesa descritta nell’Evangelii Gaudium, desiderosa di continuare a comunicare la grandezza di ciò che stiamo vivendo, custodendo la realtà sacra di questo cammino ritmato da tappe che ci danno il coraggio per guardare in faccia le realtà problematiche che si impongono nel vissuto delle nostre comunità, senza banalizzarle dando risposte affrettate ma affrontandole attivando prassi nuove che con coraggio smuovano la realtà e diano risposte concrete nate da un serio discernimento comunitario.
Prima di salutarci Mons. Mura ci ha letto uno stralcio di un discorso di Papa Francesco che qui riporto: “Il tema della sinodalità non è il capitolo di un trattato di ecclesiologia, e tanto meno una moda, uno slogan o il nuovo termine da usare o strumentalizzare nei nostri incontri. No! La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione. E quindi parliamo di Chiesa sinodale, evitando, però, di considerare che sia un titolo tra altri, un modo di pensarla che preveda alternative. Non lo dico sulla base di un’opinione teologica, neanche come un pensiero personale, ma seguendo quello che possiamo considerare il primo e il più importante “manuale” di ecclesiologia, che è il libro degli Atti degli Apostoli.” Questo testo è molto chiaro, parla a tutti e mette in evidenza che con questo cammino siamo chiamati a far germogliare anche gli ambienti più aridi e sassosi.
“…ecco faccio una cosa nuova nel deserto una strada aprirò…”
Link comunicato finale: