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In Liguria le imprese hanno difficoltà a trovare il 45,2% della manodopera

Il presidente Giancarlo Grasso

Genova. In Liguria mancano all’appello autisti di camion, operai edili, elettricisti, meccanici e tutte le attività legate alla ristorazione. Questo è quanto emerge da un’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato su dati Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior dedicato alle difficoltà di reperimento del personale da parte delle medie e piccole imprese: “In particolare, le piccole ditte liguri, nel 2022, hanno avuto difficoltà a reperire ben il 43,2% delle assunzioni previste complessive. Per l’artigianato tale quota sale al 47,1%, valore superiore di 6 punti percentuali rispetto alle imprese non artigiane (41,1%). Addirittura durante il primo mese del 2023 le imprese liguri hanno avuto difficoltà a trovare il 45,2% della manodopera di cui avrebbero avuto bisogno. Il dato posiziona la Liguria appena al di sotto della media nazionale che è del 45,6%”.

Sempre con uno sguardo al 2022, per difficoltà di reperimento del personale spicca Genova con il 44,2%, poi La Spezia (40,1%), Savona (38,1%) e Imperia (37,2%).

Sottolinea Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria e Confartigianato Savona: “La difficoltà delle nostre imprese a reperire personale è la conseguenza di una molteplicità di fattori: dalla crisi demografica al gap tra scuola e mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative e propensioni, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro. Per questo, la carenza di manodopera va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro”.

Analizzando i dati regionali più da vicino, ad esempio nel solo mese di febbraio, tra le figure professionali più difficili da reperire compaiono: tecnici della salute (84%), fonditori, saldatori e lattonieri (82,9%), operai specializzati nelle costruzioni (65,1%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (57,7%) e addetti nelle attività di ristorazione (51,4%).

Sempre nel secondo mese dell’anno, per quanto riguarda in particolare la provincia di Savona, i profili più rari da trovare sono stati gli addetti nelle attività di ristorazione (37,5%), seguiti dai conduttori di veicoli a motore (49%) e gli artigiani e operai specializzati nell’edilizia (44,2%). Per la provincia di Genova c’è stata carenza di tecnici della salute (84%), fonditori, saldatori e lattonieri (82,9%), operai specializzati nelle costruzioni (65,1%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (57,7%) e addetti nelle attività di ristorazione (51,4%). Per Imperia, ancora difficoltà nella ricerca di addetti nelle attività di ristorazione (37,8%), seguiti da artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili (45,8%) e conduttori di veicoli a motore (35%). Infine La Spezia, che ha segnalato carenza di meccanici, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili (75,8%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (66,7%), e addetti nelle attività di ristorazione (34,5%).

Per il presidente Grasso, in conclusione, occorre un impegno per trovare percorsi su misura proprio per le microimprese. Ed è una strada che l’organizzazione sta percorrendo, con successo, grazie ad esempio al bando regionale Match point, condiviso con Regione Liguria.

L.S.

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