Ferrania. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha imposto un vincolo su diverse aree industriali, tra cui la Centrale Termoelettrica, la Centrale ex Sipe, la portineria e il Complesso Centrale Ferrania perché «si tratta di significativi esempi di manufatti industriali del XX secolo che rappresentano un esempio di eccellenza nell’ambito della tradizione industriale italiana, con spazi e architetture di forte valenza simbolica e comunicativa».
La società Ferrania Technologies in liquidazione ha fatto ricorso contro il vincolo, ma ha perso al Tar. Anche l’ex Dopolavoro è stato incluso nel vincolo, nonostante la cessione alla Comparato Nello srl. Il Tar ha confermato la legittimità del vincolo, poiché gli immobili sono considerati beni di interesse culturale, essendo significativi esempi di manufatti industriali del XX secolo con spazi e architetture di forte valenza simbolica e comunicativa.
Tuttavia, l’ex Centrale Sipe, che era stata anche tra i siti premiati dal bando FAI del 2019, versa in uno stato di degrado, rendendo difficile la sua ristrutturazione da parte di investitori, e il vincolo non rappresenta un incentivo. La società ha anche contestato il vincolo su altri edifici, ma senza successo. Il Tar ha stabilito che il vincolo tollera interventi di recupero o di risanamento, salvo conformarne i contenuti.
La società non è stata in grado di indicare nuovi insediamenti o progetti concreti per quegli specifici immobili, rendendo debole la sua posizione. La bozza dello Strumento urbanistico attuativo avviato con il Comune di Cairo per ridisegnare la mappa del sito con la possibilità di riuso e nuove funzionalità degli immobili è stata presentata anni fa, ma non è stata ancora approvata. Il liquidatore dovrà aggiornare la bozza e tener conto dei vincoli confermati.
SDV