Acqui Terme. “Albese e Acquese sono su una strada comune; tanti gli argomenti condivisi. Non ci sono territori di serie A e territori di serie B: guai a sentirsi fuori dalla partita”.
Con queste parole Roberto Cerrato – direttore e general manager del Sito Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero Monferrato, ed esperto della Commissione Nazionale che lavora agli sviluppi della World Heritage List – ha esordito nell’incontro del 14 febbraio, dinanzi ai rotariani acquesi per lui convenuti presso la sala conferenze e accoglienza della Cantina Cuvage.
A far gli onori di casa Stefano Ricagno che, presentato brevemente l’ospite, a lui subito ha lasciato la parola.
Un lavoro, di squadra, che continua
All’insegna dell’entusiasmo e della positività la rassegna delle iniziative, dal sapore già di consuntivo a pochi mesi (all’orizzonte c’è il 2024) dal decennale del prestigioso riconoscimento.
Con sinergia e accoglienza più che mai parole d’ordine, ma con una grande attenzione anche al passaggio del testimone alle nuove generazioni. “Saranno i nostri ragazzi, tra dieci anni, a prendere il nostro posto”. Di qui le tante risorse impiegate per interessare le scuole, attraverso una progettualità coinvolgente.
“Dobbiamo dirci anche quello che ha funzionato di meno, non tacere gli aspetti di chiaroscuro: nelle vigne lavora il 93% di manodopera che è straniera; dobbiamo fare in modo che i giovani non abbandonino la collina; ci sono, poi, i drammatici processi di criticità legati al cambiamento climatico, e lo si percepisce in queste settimane già siccitose…”. Così dice Cerrato. Ma, quanto ad iniziative concernenti la valorizzazione, la conservazione e la promozione del sito, le attività di educazione e fruizione e catalogazione si sono davvero dispiegate a 360 gradi. Dai già ricordati laboratori nelle scuole, al censimento del patrimonio vitivinicolo (con tanto di realizzazione di un data base georiferito), all’attenzione per far sì che il paesaggio sia “per tutti” (con un modello più inclusivo, attento ai portatori di disabilità).
Fondamentale il ruolo della memoria “del mondo di ieri” di Langhe Roero Monferrato: affinché le antiche pratiche vitivinicole non vadano perdute. Ecco la ragione delle video interviste a viticoltori e agli operatori più anziani; ecco la valorizzazione dei “vigneti eroici”. Nella consapevolezza di un patrimonio costituito non solo da monumenti e collezioni di oggetti, ma dalle tradizioni vive trasmesse dagli antenati, da storie e narrazioni, da offrire con quella particolare oralità vernacolare, con i riti, le feste, le pratiche…. Di qui la tutela forse più delicata: quella dell’autenticità. Che è, però, valore aggiunto.
Si passa così dallo sviluppo delle azioni pilota (in collaborazione con la Coldiretti di Cuneo e il CIA di Asti), alla redazione di un libro bianco delle buone pratiche, alla risorsa docufilm che può rendere, da noi, più consapevole chi guarda ancora con perplessità alla conquista 2014, e attrarre i turisti visitatori.
A tutti – e in particolare al sindaco Danilo Rapetti e all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, che proprio non potevano mancare a questo incontro – è parso chiaro come il lavoro e l’impegno dello staff del sito Unesco piemontese sia attento e altamente professionale.
Fondamentale diventa comunicare e informare le Comunità locali, e al pari rendere consapevoli i funzionari degli enti locali.
L’obiettivo? Un “paesaggio” che sia efficiente, armonico, valorizzi e implementi i dati economici, e coinvolga la società. Una sfida, più che mai, da vincere tutti insieme.
G.Sa