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Finale Ligure, l’estro di Giovanni Mazza a Finalborgo

Finale Ligure. Accattivante mostra all’Oratorio de’ Disciplinanti di Finalborgo, presso il Complesso monumentale di Santa Caterina: si intitola “Quando l’immagine diventa poesia” e l’artista è Giovanni Mazza. Classe 1934, nato a Roma, alcuni anni or sono chiedemmo a lui quali siano i compiti di un artista del Terzo Millennio.

Così rispose: “Oggi viviamo immersi in una incertezza ambigua che mina lo spirito umano, trascinati come siamo nella vertiginosa avanzata della tecnologia incontrollata, avviliti da una ingloriosa politica (conseguenza del decadimento etico e morale delle istituzioni) che permette, tra l’altro, una oltraggiosa mercificazione dell’arte. Secondo me oggi l’artista, in qualsiasi campo egli operi, deve avere una visione che spazi oltre la realtà contingente e riaffermi con le sue opere, veicolate attraverso un linguaggio libero e universale, la bellezza e l’armonia. Ma soprattutto l’artista deve essere latore di un messaggio culturale che dispieghi con lucida creatività i valori umani e i rapporti dell’uomo con il mondo e con l’universo”.

Tra le figure che hanno contato maggiormente nella sua formazione artistica, Mazza indica i maestri Beppe Assenza e Giuseppe Raggio, il primo per averlo educato a “interpretare la figura umana, non solo nei suoi tratti fisici, ma anche nella sua intima psicologia”, mentre Raggio “mi ha fatto conoscere lo spirito libero che anima l’artista, introducendomi nell’ambiente culturale romano degli anni Cinquanta e Sessanta”. Ma subito dopo spiega: “In verità, però, devo ammettere che ho sempre cercato una mia propria strada, una mia personale interpretazione, un percorso sempre rivolto ad una meditata riflessione sulle tematiche sociali che coinvolgono l’uomo contemporaneo”.

E questo si evidenzia nei suoi lavori: può ritrarre tante persone che si stupiscono per un filo d’erba oppure che sono attirate dall’autodistruzione o puntano al potere e, in mezzo a immagini che così tanto colpiscono e “serrano la gola”, persino un tramonto fa fatica a esternarsi. Lo stesso quadro che è in locandina (vedi foto), anticipa tanti di questi temi: grossi palazzoni, vortice di automobili, folla assiepata sui marciapiedi ma, su tutto, sovrasta l’incomunicabilità.

L’allestimento ci attende fino al 5 marzo con orario 15-20, tutti i giorni escluso il lunedì. Non perdetevelo.

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