Coldiretti AL – settore vino: le polemiche su allarme in etichetta spaventano ingiustamente 1 su 2

Le polemiche sull’allarme in etichetta rischiano di spaventare ingiustamente più di un alessandrino su due (54%) che beve vino, emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol.

È quanto afferma Coldiretti Alessandria sulla base dei dati Istat in riferimento all’annuncio della revisione delle norme sull’etichettatura delle bevande alcoliche da parte dal portavoce della Commissione europea Stefan De Keersmaecker mentre in Italia si moltiplicano gli attacchi ingiustificati.

La dichiarazione della Commissione fa seguito a ripetuti blitz a livello comunitario di penalizzare il settore come il via libera concesso all’Irlanda ad adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze “terroristiche” ma anche il tentativo di escluderlo dai finanziamenti europei della promozione nel 2023, sventato anche grazie all’intervento della Coldiretti.

“Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. È infatti del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino. Un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia. È chiaro che l’abuso va combattuto, ma ogni abuso fa male”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Una scelta che rischia di alimentare paure ingiustificate nei consumatori come dimostra il fatto che, da un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it, quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette.

“Le ultime derive della normativa comunitaria mettono a rischio una filiera cruciale per la produzione e l’export dell’agroalimentare Made in Italy, un settore che ha scelto da tempo la strada della qualità. Un duro colpo anche al patrimonio vitivinicolo della provincia alessandrina, che vanta 12 Doc e 7 Docg, con 10.669 ettari di superficie vitata per una produzione di circa 944.313 quintali e 661.400 ettolitri prodotti, mentre la produzione di uva da tavola è di circa 520 quintali. Per l’Italia si tratta anche di difendere la leadership nazionale nella produzione ed esortazione di vino Made in Italy che vale complessivamente 14 miliardi e dove trovano occasioni di lavoro 1,3 milioni di persone con i vigneti che coprono un territorio di 650mila ettari”, ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco. 

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