Concluso il Premio “Acqui Edito & Inedito”
Acqui Terme. Atto finale, che ha concluso il Premio “Acqui Edito & Inedito” sabato 3 dicembre.
E’ il versatile Paolo Lingua a intervistare diversi premiati. Per alcuni di loro e per le loro opere aveva preparato domande e profili; per altri “improvvisa”, surrogando gli assenti, ma il risultato (di qualità), felicemente, non cambia.
Si comincia da Alessandro Pepè (un magistrato/pubblico ministero prestato alla letteratura) che vedrà il suo inedito Quattro soldi a battimuro (che è il nome di un personaggio: l’ambito è quello del territorio di Gioia Tauro; il genere quello del romanzo familiare, tra ricordi e intrecci che rimandano alla casa dei nonni dell’Autore: e non mancano gli sviluppi “gialli”….) edito per i tipi De Ferrari.
Che renderà “libro” anche il saggio di Marco Liguori (il direttore della rivista on line “Pianetagenoa1893.net”) che, partendo tanto dai ricordi della madre, quanto dai documenti dell’epoca, si cimenta con uno dei grandi misteri italiani: quello della motonave da carico Caterina Costa, adibita al trasporto di rifornimenti con la Tunisia, saltata in aria, nel porto di Napoli il 28 marzo 1943. Fu una tragedia (oggi dimenticata) che fece 600 morti e 3 mila feriti. Tante le ricostruzioni, che però non hanno mai portato a una identificazione di responsabilità. (E già all’inizio si partì male, con una inchiesta interna della Regia Marina, ma il Tribunale Militare non coinvolto, e la relazione dell’Ammiraglio Domenico Cavagnari stesa in tempi più che veloci). “Allora, nel 1943, la cronaca non si poteva fare (per la censura di guerra e fascista insieme): ci ho provato, ora a distanza di quasi 80 anni…”: queste le parole dell’Autore.
“A sinistra di Cavour, e a destra di Mazzini”: questa la collocazione di Giuseppe Elia Benza (1802-1889), avvocato di Porto Maurizio, repubblicano ligure (che significativamente studia non con i Gesuiti, ma con gli Scolopi,e “che non crede ai Savoia”). E’ stato questo personaggio l’oggetto della tesi di laurea della dottoressa Alice De Matteo, laurea magistrale in Scienze Storiche, con 110 e lode, presso l’Università degli Studi di Milano, anche meritevole del riconoscimento della XXV edizione del Premio Spadolini – “Nuova Antologia”. Nel dialogo con Paolo Lingua ecco comparire Marx, Garibaldi, Michele De Tommaso, Paolo Valerio…
Mentre al PalaCongressi si svolge la Mostra Storico Militare, che tanti cimeli offre della seconda guerra mondiale, la Campagna di Russia viene rievocata grazie a Corrado Palmarin, attraverso il romanzo storico In mezzo ai girasoli e sotto le betulle. Il tutto attraverso una storia (quasi) a lieto fine: quella di Umberto Montini (1922-2003), che unico sopravvissuto ad una azione russa (del Natale 1943), torna alla vita – riuscendo a guarire anche dalla TBC – grazie alle cure, in prigionia, di una dottoressa russa che cercherà per tutta la vita di rintracciare. Ora l’inedito ai tipi EIG sarà affidato.
Il pomeriggio corre in fretta. Piacevolissimo. Assente Natale Pace (menzione nuovamente per la prosa, con Alex. Una storia di caporalato), l’ultimo atto della premiazione è quello culminante.
La sezione Graphic Novel, con i riconoscimenti a Emmanuel Guibert (2019), Vittorio Giardino (2020), Giorgio Franzaroli (2021) ha segnalato vere eccellenze. Cui si aggiunge la biografia a fumetti Yukio Mishima. L’ultimo samurai, di Federico Goglio, con alle chine Massimiliano Longo (Edizione Ferrogallico). Un’opera che pensiamo sia assolutamente meritevole (ma sul prossimo numero: ora proprio lo spazio manca…) di un degno spazio di approfondimento.
G.Sa