L’Ascensione, dipinto di Francesco Crivelli, acquisita dalla Fondazione ritorna patriminio della città di Alessandria

Alessandria. La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ha acquistato e restituito alla città il dipinto Ascensione di Cristo tra la Vergine e san Giovanni Evangelista con la famiglia del marchese Cesare Cuttica di Cassine risalente al 1576-1577 circa, firmato dal pittore lombardo-veneto Francesco Crivelli (1520-1580 circa).

Da oltre 200 anni si erano perse le tracce dell’opera che, nel 2020, è apparsa come anonima sul mercato antiquario francese dopo numerosi passaggi di proprietà.

Il quadro è stato collocato nella Sala dell’Ascensione, nel Broletto di Palatium Vetus dove è esposto, in via definitiva, all’attenzione degli appassionati e deI pubblico.

Questo dipinto racchiude pagine di storia alessandrina – afferma il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, notaio Luciano Mariano – dalla committenza per l’altare maggiore della chiesa domenicana di San Marco in Alessandria, al probabile trasferimento in età napoleonica nel Palazzo Cuttica, alla vendita dell’immobile e di tutti i suoi arredi al nobile genovese Marcello Durazzo (1812 circa), alla dispersione (per almeno due secoli) del dipinto nel mercato collezionistico italiano ed estero. Quando ne abbiamo scoperto la storia e le vicissitudini abbiamo deciso di acquisirlo e di metterlo a disposizione della comunità e degli studenti che hanno già ripreso le visite guidate e i laboratori dedicati alla nostra collezione d’arte. Gli investimenti nella cultura e nell’arte sono fondamentali per tutelare il patrimonio artistico di un territorio e le Fondazioni bancarie hanno anche questo compito. L’obiettivo della nostra Fondazione è stato proprio quello di restituire alla città un gioiello d’arte di cui non si aveva più notizia e di rendere nuovamente visibile al pubblico l’opera rimasta per tanti anni “celata”.

L’AUTORE

Nato verso il 1520 da una famiglia milanese di orafi con frequentazioni a Venezia, Francesco Crivelli si formò sulle opere dei maestri lombardi e veneti, tra cui Giovanni Battista Moroni e Simone Peterzano, maestro del Caravaggio: viaggiò a Roma, ove ebbe modo di studiare e copiare il Giudizio universale di Michelangelo. Grazie alle conoscenze del fratello Paolo – che fu una sorta di manager della famiglia – il pittore dovette ricevere commissioni prestigiose per importanti personalità in varie zone della Penisola. Tra queste, si ricorda un ritratto eseguito per il Governatore di Milano, Ferrante Gonzaga, oggi purtroppo perduto, ma molto lodato all’epoca. La specializzazione di Francesco, infatti, era il ritratto, come testimoniano le molteplici fonti coeve ritrovate (tra cui Ludovico Dolce, Pietro Aretino e Paolo Morigia), che lo elogiano come “primo nel fare ritratti”.

La sua fama si estese anche al di fuori dei confini del Ducato di Milano: in Piemonte attirò gli interessi dei marchesi Cuttica di Cassine, che gli commissionarono la pala oggi ritrovata.

LA COMMITTENZA

Nel 1576, Cesare Cuttica commissionò la realizzazione di un’ancona con l’Ascensione di Cristo da collocare sull’altare maggiore della chiesa domenicana di San Marco ad Alessandria, trasformata nella nuova cattedrale della città dopo la soppressione (1802) dell’attiguo convento in età napoleonica. Attraverso il rinvenimento di fonti inedite conservate presso il Fondo Notarile  dell’Archivio di Stato di Alessandria, si è potuto rilevare che l’opera, nel corso del Seicento, ha subito un trasferimento all’interno della chiesa, venendo traslata dall’altare maggiore a un altare laterale vicino al sepolcro della famiglia Cuttica. I Cuttica dovettero definitivamente ritirare l’Ascensione dopo la soppressione per collocarla nel palazzo di famiglia e deciderne infine l’alienazione attorno al 1812, quando Cesare V Cuttica fu costretto a vendere il palazzo al nobile genovese Marcello Durazzo e alienare gli arredi.

IL RITROVAMENTO

Il dipinto è riapparso all’asta “Rossini” di Parigi, nel giugno 2020 come anonimo. L’esame autoptico seguito all’asta ha permesso di rintracciare una firma abbreviata nella porzione inferiore destra della tela, all’interno di un cartiglio fogliato: «FRCO. CRLO F». Partendo da una puntuale segnalazione critica, le iniziali visibili sul dipinto sono state sciolte in «Fr[ances]co Cr[ivel]lo f[ece]».

Durante il restauro, inoltre, è emersa lungo il margine inferiore sinistro della tela un’iscrizione in lettere capitali: «[C]ESAR CVTICA / [C]ASSINI MARCHIO» che si presentava totalmente coperta da pigmenti neri e oggi è solo parzialmente leggibile. La scritta è stata realizzata nel corso del Seicento e permette di ricondurre la committenza dell’opera al marchese Cesare Cuttica (o Codega) di Cassine (Alessandria).

IL DIPINTO

Nella parte inferiore del dipinto, al di sotto della scena sacra, sono presenti quattro ritratti. L’iscrizione emersa nel corso del restauro, ai piedi della figura maschile sulla sinistra, ha permesso di riconoscere nel gruppo il marchese Cesare Cuttica, sua moglie Tomasa Guasco e i loro due unici figlioletti, il neonato Lorenzo e la piccola Laura, tutti abbigliati secondo la suggestiva moda spagnola in uso verso il 1580. L’identificazione dei personaggi è confermata dal ritrovamento (nel Fondo Notarile dell’Archivio di Stato di Alessandria) di un documento del 1632 in cui l’opera è descritta dagli eredi Cuttica come «Ancona nostra della Ascensione dove è dipinto ancora il quondam signor Marchese Cesare, Tomasa sua moglie et figli». Sullo sfondo del dipinto vi è una veduta di una città affacciata sul mare, che potrebbe essere identificata con Genova, località marinara cui i marchesi erano legati.

LA REINTEGRAZIONE DELL’OPERA NEL PATRIMONIO DI ALESSANDRIA

LDopo la pubblicazione dell’articolo (Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Un inedito di Francesco Crivelli, pittore lombardo-veneto da riscoprire, in «Ricche Minere», 15, 2021, pp. 115-124) e del volume (Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Francesco Crivelli “primo nel fare ritratti”. Appunti per iniziare un catalogo, Scripta Edizioni, Verona 2021), in cui sono stati per la prima volta presentati gli esiti delle ricerche scientifiche sull’opera, e dopo la sua prima esposizione (Ritorno ad Alessandria. L’Ascensione di Francesco Crivelli (1576-1577 ca.) per l’altare maggiore di San Marco, Palazzo Cuttica di Cassine, Alessandria, 17 dicembre 2021-6 marzo 2022, a cura di Olga Piccolo, Lorenzo Mascheretti, Roberto Livraghi) che ha suscitato grande curiosità e attenzione da parte del pubblico, la Pala Cuttica rientra ora stabilmente nella sua terra di origine, la città di Alessandria.

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