Savona. La Liguria è la regione italiana a più elevato indice di boscosità: la superficie forestale raggiunge il 73,34% contro il 36,45% della media nazionale. “Con la crisi energetica sempre più opprimente e l’aumento esponenziale dei prezzi del gas – dichiarano da Coldiretti Savona – diventa più che mai evidente la necessità di adottare forme di riscaldamento alternative, fino a non molto tempo addietro spesso considerate vetuste e scomode ma che, in questo particolare momento storico, potrebbero davvero salvarci l’inverno”. Il riferimento è alla filiera del legno che, alla fine del 2021, ha registrato il raddoppio delle imprese a essa legate: circa 900 aziende, la maggior parte nell’entroterra savonese, in Val Bormida e in Valle Erro.
“Va da sé, dunque, che la selvicoltura e il conseguente utilizzo a fini produttivi delle foreste – continua Coldiretti – potrebbero oggi divenire un vero e proprio traino per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali della nostra regione, nonché un’ottima alternativa per il gas per quel che concerne i riscaldamenti”.
Spiegano Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato Confederale: “I nostri boschi rappresentano una risorsa fondamentale per l’intera Liguria. La selvicoltura ligure, con i suoi quasi 400mila ettari di terreno boschivo deve essere efficientata, rafforzata e valorizzata al meglio, soprattutto nelle aree collinari e montane della nostra regione, il cui spopolamento è ormai, ahinoi, tristemente noto. I boschi, però, potrebbero rappresentare un buon modo per contrastare anche il saldo demografico critico e il progressivo depopolamento dei nostri entroterra, ricreando opportunità e occasioni concrete anche per i giovani, per farli restare o tornare nelle aree interne della nostra regione. Dove la selvicoltura è sviluppata e ben radicata, sia l’economia che la demografia delle aree interessate vivono una nuova primavera”. Concludono Boeri e Rivarossa: “Dobbiamo darle spazio per creare non solo più ricchezza e occupazione, ma anche per contrastare in modo efficace la crisi energetica, il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico”.
Per la nostra regione (al cui interno sono comprese tre diverse zone di interesse), le nuove regole sui termosifoni, come da disposizioni del Governo, prevedono la possibilità di accendere il riscaldamento, rispettivamente: 1) costa imperiese e parte di quella savonese e spezzina (zona C): 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo; 2) primo entroterra imperiese, savonese e spezzino e tutto il territorio costiero del genovesato (zona D): 11 ore giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; 3) entroterra settentrionale di tutte le province liguri (zona E): 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile.
Precisa ancora Coldiretti: “Si tratta, però, di un semplice “tapullo”, che ovviamente non risolve i problemi derivati dalla crisi legata all’aumento esponenziale dei costi del gas, che continuano a ripercuotersi incessantemente su tutta la Penisola. È proprio qui che la riscoperta e la valorizzazione della filiera del legno potrebbe rappresentare una svolta concreta e importantissima per la nostra Liguria”.
L.S.