È stata data alle stampe ed è di prossima distribuzione la Lettera Pastorale del vescovo mons. Luigi Testore per il 2022/2023 “I giovani avranno visioni”. La lettera inizia con questa considerazione: “non vorrei aggiungere nuove riflessioni al cammino sinodale, che è già in corso, e che ha, magari marginalmente, coinvolto alcuni di voi. Vi chiederei piuttosto di rileggere la Lettera dell’anno scorso, che mi sembra offrisse qualche spunto utile”. La Lettera dello scorso anno era incentrata sul tema “Immaginare la Chiesa di domani”.
La spiegazione del titolo è in queste parole che si leggono nella Lettera: “Ho anche osservato che effettivamente noi vecchi possiamo avere ormai solo dei sogni, perché siamo al termine del nostro percorso di vita. Possiamo sognare un mondo migliore in cui si superino i difetti della nostra società contemporanea, le grandi ingiustizie e diseguaglianze internazionali che hanno segnato in particolare l’ultimo secolo. Sognare un mondo in cui si possa finalmente eliminare la guerra come strumento per dirimere le questioni. Sognare un mondo più fraterno e solidale. Ma soprattutto sognare una Chiesa più evangelica, più capace di accogliere le istanze e i problemi del tempo, capace di annunciare il Vangelo con libertà, capace di essere sale e luce anche per la gente di oggi.
Ma, come dice il Profeta, se i vecchi possono sognare, i giovani avranno visioni. I giovani, infatti, devono avere una visione di come vorrebbero costruire il mondo e di come vorrebbero edificare la Chiesa. Una visione che serva ad immaginare e progettare i cammini futuri, soprattutto nell’ambito della Chiesa, che serva ad intravvedere i passaggi e le riforme che saranno necessarie nei prossimi decenni. Non solo: spetterà a loro, ricchi di energie e di prospettive, impegnarsi per realizzare tali visioni nel tempo che verrà.
Tocca dunque ai giovani cristiani inventare questi cammini, scoprire il loro modo di essere Chiesa oggi, come applicare la novità del Vangelo al nostro tempo, come sentirsi protagonisti in una comunità che ha inevitabilmente bisogno di grande rinnovamento e che deve progettare il proprio futuro”.
Il testo integrale su L’Ancora n38/2022