Con taglio esportazioni verso l’Europa, aumenta +3,3% prezzo grano

Alessandria. La minaccia di Putin di tagliare le esportazioni di cereali ucraini e russi verso l’Europa ha fatto balzare il prezzo del grano del 3,3% su valori massimi in quasi due mesi per le preoccupazioni internazionali sulle spedizioni dal Mar Nero che hanno alimentato le speculazioni.

E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti nel sottolineare che le quotazioni hanno chiuso a 8,44 dollari per bushel (27,2 chili) al Chicago Board of Trade, per poi rimbalzare sul mercato asiatico.

L’incertezza alimenta le speculazioni con forti oscillazioni dei prezzi che nei Paesi ricchi favoriscono l’inflazione ed in quelli poveri la fame. La prova è che, nonostante il crollo dei raccolti fino al -30% abbia limitato la disponibilità di prodotto in Italia, il grano viene in questo momento sottopagato agli agricoltori, costretti a produrre in perdita a causa dei rincari record che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio.

A scuotere il mercato è la possibilità che si possano chiudere i corridoi per il commercio dei cereali aperti grazie all’accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero.

“La minaccia di Putin di interrompere le spedizioni verso l’Europa farebbe mancare all’Italia quasi 1,2 milioni di chilogrammi di grano per la panificazione e di mais per l’alimentazione degli animali importati annualmente da Russia e Ucraina, aggravando una situazione che vede il nostro Paese dipendente dalle importazioni straniere per il 64% del frumento tenero che serve per pane, biscotti, dolci e del 47% del granturco per l’alimentazione delle stalle, in un momento in cui peraltro i raccolti nazionali sono stati falcidiati dalla siccità”, ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.

Come per il gas, anche e soprattutto nell’alimentare, è prioritario ridurre la dipendenza dall’estero intervenendo nell’immediato sui costi energetici per salvare aziende e stalle.

Uno dei prodotti simbolo del territorio alessandrino è proprio il frumento tenero oggetto dell’accordo di filiera Gran Piemonte volto a valorizzare l’oro giallo ed  ottenere prodotti da forno prepararti con vera farina Made in Piemonte per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.

“Una situazione che alimenta l’interesse sul mercato delle materie prime agricole con la speculazione che si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato che trovano nei contratti derivati “future” uno strumento su cui chiunque può investire acquistando e vendendo solo virtualmente il prodotto, a danno degli agricoltori e dei consumatori”, ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.

L’Italia, in particolare, è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori con la perdita di quasi un campo di grano su dieci nell’ultimo decennio.

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