Acqui Terme. Il Teatro Verdi riapre ai cittadini e ai turisti, sempre attenti al ricco calendario di eventi che il Teatro, nelle calde sere estive, sapeva offrire. Dopo gli anni di pandemia, che tanto hanno inciso limitando ogni tipo di intrattenimento culturale, l’Amministrazione vuole dare un segnale di rinascita, anche se a chiusura della stagione, con una rassegna teatrale di grande qualità, offerta al pubblico per inaugurare una ripresa dell’attività del Teatro, con buoni propositi per gli anni a venire.
“La città ha bisogno di nuova vivacità culturale e artistica, di una nuova veste che renda onore al suo passato di polo culturale – dichiarano il Sindaco dott. Danilo Rapetti e l’Assessore alla Cultura dott. Michele Gallizzi – è un’esigenza che sentiamo personalmente in quanto cittadini e un dovere nei confronti dei nostri concittadini che percepiamo in quanto Amministratori”.
La rassegna, che simbolicamente si è voluta chiamare “UNO, TRE, SETTE. AL VERDI” con riferimento alle tre date degli spettacoli (1 settembre, 3 settembre e 7 settembre) e alla location che torna alla ribalta, organizzata dal Comune di Acqui terme Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Dianorama snc e sotto la direzione artistica di Clara Costanzo, prevede il seguente calendario:
- GIOVEDI’ 1 SETTEMBRE: “LA SCOMPARSA DELLE LUCCIOLE” di Lorenzo Degl’Innocenti con Lorenzo Degl’Innocenti e Ilaria Innocenti;
- SABATO 3 SETTEMBRE: “A NANNA DOPO CAROSELLO” di e con Clara Costanzo;
- MERCOLEDI’ 7 SETTEMBRE: “EINSTEIN FOREVER” di e con Gabriella Greison
Gli spettacoli si terranno nelle date indicate alle ore 21.00 presso il Teatro Verdi di Piazza Conciliazione e sono a ingresso gratuito, un omaggio che l’Amministrazione vuole offrire alla cittadinanza e a quanti vorranno partecipare, con l’auspicio che sia l’inizio di un ricco programma di incontri per la prossima stagione estiva. In caso di maltempo, avranno luogo presso il Teatro Ariston.
“La scomparsa delle lucciole” di Lorenzo Degl’Innocenti con Lorenzo Degl’Innocenti e Ilaria Innocenti ci riporta a Pier Paolo Pasolini, il quale parlò della “scomparsa delle lucciole” per indicare la “violenta omologazione dell’industrializzazione” negli anni Settanta, quando il consumismo unificava l’Italia e le masse divenivano estranee ai valori e alle culture d’appartenenza. Dopo oltre quarant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, lo spettacolo ripercorre la sua storia, negli episodi meno conosciuti ma più significativi. Tra letture, brani recitati del suo teatro, video e canzoni, la vita di uno straordinario poeta che ha raccontato, ieri, l’Italia di oggi, con dolore lucidità e precisione.
Nella sua frenetica ricerca di linguaggi sempre nuovi, Pasolini scrive anche canzoni e collabora con Modugno, Sergio Endrigo, Laura Betti, scrivendo i testi di canzoni che non sospettiamo provenire dalla sua penna. Dalle canzoni si passa al cinema, commentando le immagini più importanti dei suoi film, raccontando i viaggi fatti in compagnia di Alberto Moravia e Dacia Maraini, le amicizie con intellettuali e gente semplice, la sua personalità riesce a contenere tutti. E tutti si ritroveranno intorno a lui nel più doloroso saluto.
L’impegno politico, i Romanzi, gli amori impossibili, immaginati, rubati. La delusione per quel mondo che è diventato un luogo di sviluppo feroce ma non di progresso, che intacca il nostro amor proprio e che Pasolini definisce magistralmente in queste due righe: “… il rifiuto profondo a essere diversi: a rispondere al selvaggio dolore di essere uomini”. Attraverso letture, video, i brani del suo teatro e le canzoni da lui scritte, lo spettacolo ripercorre la vita di uno straordinario poeta che ha raccontato, ieri, l’Italia di oggi.
“A nanna dopo carosello” di e con Clara Costanzo ci riporta ad un appuntamento televisivo tanto amato dal pubblico degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il 3 febbraio del 1957 alle 20.50 con una sigla dalla musichetta assai orecchiabile, davanti agli occhi esterrefatti degli ancor pochi spettatori del dopocena italiano, si presenta uno spettacolo nuovo e inatteso: 10 minuti di pubblicità. Nasce così la più duratura, la più nota e la più seguita delle trasmissioni televisive di tutti i tempi. Era nato Carosello. Niente fu più come prima.
“Einstein forever” è il monologo di Gabriella Greison (fisica, scrittrice, drammaturga e attrice teatrale), in cui si ripercorre la vita del più grande scienziato di tutti i tempi, Albert Einstein. Gabriella Greison ha fatto le sue ricerche a Princeton, in America, dove Einstein ha vissuto gli ultimi vent’anni della sua vita, e alla Hebrew University di Gerusalemme, dove è presente il più grande archivio di Albert Einstein, e ha scritto il romanzo omonimo (pubblicato per Bollati Boringhieri), da cui appunto ha tratto il testo di questo spettacolo teatrale con parole e musica, e le musiche sono quelle che realmente Albert Einstein suonava con il suo violino, chiuso nel suo studio, nei momenti di svago.
Einstein oggi è un’icona pop (come Che Guevara, come i Beatles), ma è l’unico il cui ricordo, invece che affievolirsi, va ad aumentare di anno in anno: basti pensare alle scoperte più recenti, dalle onde gravitazionali alla strepitosa foto del buco nero che hanno dimostrato essere ancora sulla bocca di tutti, dando conferma delle sue straordinarie pensate. Einstein l’incantatore di folle, Einstein il visionario, Einstein il curioso, Einstein il sognatore. “Einstein forever” è una dichiarazione d’amore nei confronti di chi ci ha insegnato a sognare, e – conoscendone la storia – ci permette di restare bambini per sempre.