Altare. Inizio col botto per Altare Glass Fest 2022. La manifestazione ormai giunta alla decima edizione ha incontrato un’ottima risposta di pubblico e vivaci espressioni d’interesse fin dall’inizio con lo spettacolo teatrale “Voces”, con la mostra fotografica “Polvere” ed i primi laboratori sulla soffiatura e la vetrofusione.
Grande soddisfazione è stata espressa da Gianluigi Pantaleo, Presidente del Museo dell’Arte Vetraria Altarese.
«L’Altare Glass Fest 2022 – ha commentato Pantaleo – è iniziato nel migliore dei modi possibili. Un mio sentito grazie va alle autorità che hanno preso parte all’evento: il Prefetto di Savona, la Direzione Regionale Musei della Liguria (in particolare nelle persone della Direttrice Alessandra Guerrini, la dott.ssa Valentina Fiore e l’architetto Marco Di Domenico), il sindaco Roberto Briano e tutto il Comune di Altare. Un ringraziamento particolare all’Avvocato Dante Mirenghi, presidente della A Campanassa, per la fattiva collaborazione e partecipazione nel promuovere l’inaugurazione della Mostra e l’Altare Glass Fest. Grazie anche alle autorità civili e militari presenti. Un ringraziamento speciale a Marco Ciarlo, Marcello Campora, Riccardo Zelatore e a tutte le altre figure professionali che hanno lavorato intorno alla mostra “Polvere”. Un grazie alla regista, alle attrici e a tutte le persone che hanno realizzato e partecipato allo spettacolo teatrale “Voces”. Un ringraziamento anche a Noberasco, il Birrificio dell’Altavia, all’azienda agricola Turco e all’azienda agricola Roccavinealis».
Oltre ai ringraziamenti ufficiali del Presidente, ci sono stati anche i primi commenti sul merito delle prime iniziative ed in particolare sulla mostra “Polvere”, trait d’union della decima edizione del Glass Fest.
«Polvere è una mostra da non perdere – afferma il giornalista televisivo Mimmo Lombezzi – L’ex vetreria Savam, con le sue rovine grandiose, ha un rapporto ambiguo con Altare : è il tempio della memoria e dell’identità e al contempo tiene il paese in ostaggio, perché il progetto di ristrutturazione del complesso, enorme, è arenato da anni.
La mostra rilegge gli spazi dell’ex-vetreria attraverso lo sguardo di 12 fotografi e ridà vita al passato del paese mettendolo a confronto con ciò che ci ha lasciato : la strepitosa collezione di forme di vetro conservata nel Museo. Bellissime le foto di Marco Saroldi, che, nel 2011, ha fotografato gli ex-dipendenti della Savam riportandoli nei luoghi dove lavoravano. Oggi che la maggior parte sono scomparsi, queste istantanee compongono la commovente Spoon River fotografica di una comunità di lavoro unica in Italia. Fulvio Rosso ha prodotto una serie di oggetti alchemici coerenti con la storia e l’identità della fabbrica e semplicemente geniali : piccole foto in bianco e nero (che ricordano la pittura di Sironi) incastonate in cornici di piombo, come reliquie. Marcello Campora ha scattato l’unica foto blues : un immigrato di Altare che in abito tradizionale africano danza davanti ai muri in rovina dell’ex-vetreria. Foto in qualche modo ironica e in parte amara che allude a un intero mondo di storie sommerse».
f.s.