I numeri dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, che ha analizzato i dati Istat, parlano chiaro: in Piemonte nel 2021 i lavoratori occupati sono un milione e 767 mila, nel 2020 erano un milione e 748 mila, dunque un aumento di 19 mila unità rispetto al 2021. Rispetto al 2019, però, l’andamento risulta in calo con un gap di 46 mila posti.
“Il prolungamento della guerra in Ucraina, l’amplificazione della crisi energetica e il persistere delle criticità nel reperimento e nei prezzi delle materie prime – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – potrebbero interrompere il percorso di recupero del mercato del lavoro dopo la recessione causata dalla pandemia”.
Osservando i dati relativi al tasso occupazionale , in Piemonte il confronto tra i 3 anni (2019-2020-2021) è negativo.
Restano preoccupanti le situazioni della disoccupazione e dell’inoccupazione, che nel 2019 era del 28,4%, cresciuta al 30,4% nel 2020 e calata al 29,4% nel 2021.
Sul trend del mercato del lavoro influisce anche la difficoltà di reperimento di alcune figure, in particolare di figure specializzate nel settore manifatturiero, dell’edilizia e dell’autotrasporto.
“Il vero problema è che le occasioni di lavoro ci sarebbero, ma a mancare è la materia prima, ossia un alto numero di ragazzi adeguatamente formati nei mestieri più richiesti”.